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Eccomi!! Ed eccovi il mio papiro (quasi una decina di pagina) su "Pain in the heart". Dentro c'è tutto quello che penso (anche sulla questione relativa a Zack appena affrontata). Se ne avete la forza e la pazienza leggete fino in fondo, altrimenti... capirò. Premetto come al solito che non voglio convincere nessuno a condividere il mio punto di vista. Come sempre offro qualche spunto di riflessione, per chi ama scavare a fondo.
SPECIALE RAGGI X "PAIN IN THE HEART"
Premessa Allora... da dove cominciare? Direi dalla fine. Dalla fine non completamente all'altezza di una stagione favolosa, funestata da uno sciopero capitato proprio sul più bello. Questa terza stagione aveva cinque storyline all'attivo: quella BB, ovviamente, quella del marito di Angela, quella del processo di Max, quella di Gormogon e quella di Zack, tornato dall'Iraq. Lo sciopero accorciando la stagione ha mandato all'aria molti piani e la Fox non ha collaborato, concedendo solo due episodi post-sciopero, per un totale di quattordici puntate (contro il minimo di sedici di quasi tutte le altre serie). Cosa restava da fare quindi ad Hanson & C.? Rimandare tutto alla quarta stagione? Non sempre si può rimandare in una serie televisiva. Che ci piaccia o no ammetterlo, si tratta pur sempre di un business, dove spesso oltre alle ragioni narrative, subentrano anche quelle commerciali del network e dei produttori. Approvo per esempio che sia stata conclusa la storyline legata al processo di Max: a parte il fatto che ci ha dato l'opportunità di vedere un episodio bellissimo, la presenza di Max era stata fondamentale quest'anno e avendone l'opportunità è stato giusto portare a compimento la sua storia giudiziaria. Senza contare che nè Ryan O'Neal nè Loren Dean (Russ Brennan) sono regular ed è sempre il caso di sfruttarli quando sono disponibili. Stessa cosa vale per il personaggio di Pam e il ferimento di Booth. Nel mondo televisivo le occasioni vanno colte, se ci si mettono degli imprevisti purtroppo le si manca e riciclarle per il futuro può non essere sempre così semplice e fattibile. Si sarebbe potuta rimandare la risoluzione del caso di Gormogon? Forse sì, forse no. Prolungarla per un'altra stagione avrebbe significato doverla complicare, vincolare la serie ad un subplot che forse anche i produttori volevano chiudere per passare oltre. Idem per Zack: lo sciopero ha evidenziato che il suo personaggio era l'anello debole, quello senza una vera storia, che evidentemente non stimolava più a dovere la creatività degli autori. In sintesi, probabilmente l'unica storyline che si poteva posticipare in totale tranquillità era proprio quella del marito di Angela, soprattutto per il semplice motivo che non era ancora stato fatto un casting del personaggio e non c'erano particolari vincoli. Dove voglio andare a parare con questa premessa? Che il finale della terza stagione è stato un'occasione mancata. Attenzione, non sprecata. Un'occasione si spreca quando si hanno tutte le carte a disposizione, le condizioni ideali e non le si usa o le si usa male. Se le carte ci sono, ma non sussistono le condizioni ideali, l'occasione semplicemente si manca. E se succede questo, secondo me è inutile piangere sul latte versato e su ciò che avrebbe potuto essere. Così è andata, amen. Quello che dobbiamo chiederci è: quest'occasione mancata ha comunque dato frutti? Ha creato comunque occasioni per il futuro? Ho provato a rispondere a queste domande.
1- ZACK
Ho ringraziato Dio per averci salvati tutti. Riguardava tutti noi. Ognuno. Tolto uno di noi, tu e Hodgins sareste rimasti in quel buco per sempre. - Booth, "Aliens in the spaceships, 2x09"-
Queste sono tra le prime parole che ho ricordato mentre terminava "Pain in the heart". Guardavo la piccola famiglia del Jeffersonian riunita intorno alle cose di uno di loro, un membro che stavano perdendo, e mi è tornato in mente quel bellissimo discorso di Booth. Lui, Brennan, Angela, Jack, Zack, Cam. Colleghi divenuti lentamente gruppo compatto, famiglia, compagni di vita. Come succede nella realtà, all'improvviso, in maniera inaspettata, non calcolata, inattesa, crudele, lo smarrimento della perdita è calato su di loro. Questa volta Dio non li ha salvati tutti. Anzi, ha giocato loro un tiro ben più mancino: Zack Addy non è morto, cadendo magari da eroe, vittima tra le altre vittime innocenti con cui si sono sempre confrontati. Zack Addy è stato intaccato dal Male che si sono dedicati a combattere. Proprio lui, l'insospettabile, il più puro. Quello a cui non sarebbe mai dovuto succedere. Triste, ingiusto, doloroso. E così vero. Ci sono molte polemiche intorno alla scelta di Hart Hanson e Stephen Nathan di rendere Zack l'apprendista di Gormogon. Comprendo che per molti fans una morte da innocente sarebbe stata più facile, più accettabile, più convenzionale. Ci sarebbero state lacrime, commozione e poi si sarebbe andati avanti, con la coscienza pulita, perché anche l'uscita di scena di Zack lo sarebbe stata. Ma Hanson e Nathan hanno scelto la via più rischiosa, la più antipatica. Per suscitare scalpore? Per guadagnare tanti spettatori arrabbiati, di cui una buona percentuale poi continuerà fedelmente a seguire "Bones", perché una delle leggi non scritte della televisione è che il pubblico è essenzialmente masochista (chiedete conferma a Joss Whedon)? Probabile. Sta di fatto, che volutamente o per caso, questa scelta ha avuto, almeno ai miei occhi, un potentissimo significato narrativo. Hanson e Nathan mi hanno spinta a pormi una domanda importante. Combattendo il male, fronteggiando continuamente la corruzione , si può sperare di restarne intoccati? E non intendo solo come potenziali vittime... Da questo concetto, nasce del resto una frase celeberrima, citata in mille film ed in mille libri: "Se guardi troppo a lungo nell'abisso, l'abisso guarda in te".
Proprio quest'anno, nell'episodio 3x06, Booth ha definito il Jeffersonian "la casa della ragione" ed è per me incredibile come in questo caso la metafora funzioni con forza. Nella casa della ragione, quella che ha sempre rappresentato il rifugio delle vittime in cerca di giustizia e di coloro che si adoperano per garantirla, è entrato il Male. E ci è entrato letteralmente, insieme allo scheletro d'argento di Gormogon. Che per tutta la stagione, anche quando ci eravamo scordati della sua presenza, è sempre stato lì. Mentre si festeggiava Halloween o ci si scambiava i regali di Natale, mentre si scherzava o si parlava di cose private. Il simbolo del male più subdolo, che si infiltra nel luogo più sicuro, intacca le cellule più nascoste e si rivela quando è troppo tardi per fermarlo. E proprio con l'arrivo del Male al Jeffersonian, anche Zack fa ritorno. E' un'altra incredibile coincidenza, immagino, che il primo episodio della terza stagione rappresenti l'alter ego speculare di "Pain in the heart". In esso il gruppo si sta confrontando con l'assenza di Zack, un'assenza che è solo l'anticamera del futuro. Ed è anche per questo che non ho trovato insensata la verità.
Zack può imparare qualsiasi cosa. - Brennan , "Judas on a pole-2x11" -
Zack ne era convinto, quantomeno. Ma non è stato così e devo chiedermi come la sua mente abbia reagito a questo... Cosa intendo? Nella guida agli episodi delle prime due stagioni, Hanson afferma che Zack è l'alieno del gruppo. Lui osserva il comportamento umano per apprendere, come se ne fosse distaccato, come se guardasse gli altri da un pianeta differente. E bisogna ammettere che è vero, se si ripensa a tutto il percorso di Zack, ai suoi dialoghi, al suo modo di porsi. Anche la sua partenza per l'Iraq nasce da questo.
Zack aveva bisogno di lasciare il nido, nello stesso modo in cui tu hai voluto lasciare il laboratorio e vedere il mondo per la prima volta. - Booth, "Widow's son in the windshield -3x01"-
Booth ha ragione. Zack ha osservato la sua mentore, il suo modello, Brennan, uscire nel mondo, misurarsi con esso. E vuole farlo anche lui, così come ha appreso a vestirsi e comportarsi per poter testimoniare in tribunale e rientrare quindi nei parametri di Cam. E c'è di più. Anche Booth è un modello per Zack, l'emblema del maschio alpha, quello che "conosce il dovere e l'onore più di qualsiasi altro". Quindi perché non uscire dal Jeffersonian proprio seguendo le sue orme? Però evidentemente qualcosa non funziona. L'esperimento Iraq fallisce. Zack viene rimandato a casa anzitempo. Ed è proprio lui che usa il termine "fallimento", parlando con Cam. Non è riuscito ad assimilare l'approccio dello stile di vita nell'esercito e lo psichiatra militare gli ha chiesto di riflettere sul perché il Jeffersonian sembri essere l'unico posto a cui sa adattarsi. Per uno che può imparare tutto, questo cosa comporta? La sua logica avrà trovato spiegazioni in merito? Ripensando alle puntate della terza stagione, ci si rende conto che Zack è senza "un'agenda". Dapprima era uno studente, perseguiva lo scopo del dottorato, poi lo ha conseguito e ha ottenuto il lavoro al Jeffersonian e dopo doveva esserci la nuova tappa, il mondo esterno. Come era andata per la sua icona, Brennan. Ma a differenza di Brennan, il suo salto non l'ha portato lontano ed è ritornato ad una realtà dove è poco più di una mascotte. Una realtà dove sembra esistere solo all'interno del laboratorio. Nella prima stagione, Zack aveva dichiarato a Miss Pickering della Sicurezza Nazionale che anche di fronte ad un'argomentazione inconfutabile che potesse corromperlo, lui ne avrebbe prima parlato con gli altri... Ma allora le cose erano molte diverse. Adesso... Cam è una donna in carriera, con un dipartimento da dirigere; Jack e Angela stanno insieme; Brennan trascorre sempre più tempo fuori del Jeffersonian, con Booth o dal padre... E Zack? "Pain in the heart" mi ha spinta a chiedermelo: qual è la vita di Zack, oltre alle gare per ottenere il titolo di Re del Laboratorio o le visite natalizie alla famiglia in Michigan? Qual è la dimensione interiore di Zackary Uriah Addy dopo il ritorno dall'Iraq? Nessuno lo sa. Non noi spettatori, non i suoi compagni, che lo amano, ma sono tutti molto impegnati a vivere le proprie vite e relazioni. Mi devo poi davvero tanto stupire se Gorgomon, o meglio il Maestro, ha potuto avvicinarsi a Zack, l'alieno in camice blu e affascinarlo con la logica inconfutabile di una nuova esperienza, di uno scopo che lo portava finalmente all'esterno? Per la sottoscritta l'idea regge. Anche che Zack possa essere arrivato ad uccidere o ad accettare che il suo Maestro abbia tentato di nuocere ai suoi amici. Non sappiamo come la sua logica sia stata manipolata. Ed è questo che unicamente mi dispiace, riguardo al ritmo affrettato della season finale: mi sarebbe piaciuto assistere a qualche flashback, sapere come Gormogon avesse approcciato Zack... Attenzione, preciso che non sto giustificando le azioni di Zack. Dico solo che il suo cambiamento ha un senso: spesso la genialità estrema si sposa ad una natura psichica alquanto fragile e non è irrealistico che persone come Zack possano passare, se mi consentite la licenza poetica, al lato oscuro. Ma comunque, con la sua scelta, Hanson ha fatto diventare Zack Addy interessante, almeno per me. E lui e Nathan sono stati bravi a collegare questa idea dell'ultimo minuto a tutto il resto venuto prima. In particolare, ovviamente, agli episodi dedicati a Gormogon (il 3x06, in cui per tutto il tempo si sospetta che Gormogon sia qualcuno che lavora al Jeffersonian, o il 3x08 in cui, sebbene si intraveda appena, l'apprendista che uccide il lobbista è per coincidenza molto somigliante a Eric Millegan), ma anche in tante piccole cose sparse qua e là (un esempio, il discorso di Booth sulla ricerca della scintilla che tutti noi compiamo sperando in qualcuno da amare: quando viene inquadrato Zack, Booth parla di coloro che cercano nel posto sbagliato ). Casualità, piccoli indizi, ma se si osserva con attenzione le indicazioni sulla solitudine e il mutamento di Zack ci sono. Probabilmente erano state concepite per condurre al tema del suo ritorno dall'Iraq, ma finiscono col funzionare comunque. L'episodio 3x08 ci aveva già svelato anche un altro importante tassello: che Gormogon non era una persona, ma un concetto, un'eredità, un titolo che passava di Maestro in Apprendista. Ecco perché in "The Pain in the heart", l'identità del Maestro non è importante. Non conta chi sia, conta il concetto che trasmetteva. Conta che con questo concetto sia penetrato nella casa della ragione e sia arrivato a corrompere uno dei buoni, senza che gli altri se ne rendessero conto. Non avendo la sfera di cristallo, non so se Hanson saprà sfruttare l'impianto narrativo di cui ha gettato le basi con questa season finale. Lo spero. Psicologicamente ora offre parecchio: il gruppo ha perso un membro e si deve anche confrontare con il senso di colpa di averlo capito troppo tardi, con la nuova consapevolezza che non esistono oasi o legami intoccabili. La corruzione del Male può giungere ovunque. Ma c'è anche un altro messaggio, un messaggio che sostiene sempre e comunque lo spirito positivo di "Bones". Ovvero che, sebbene il Male possa insinuarsi anche all'interno della nostra famiglia, l'Amore non muore, resta. C'è chi non ha apprezzato che gli altri dimostrino ancora affetto verso Zack dopo il suo arresto, ma sarebbero i personaggi che conosciamo se avessero immediatamente odiato qualcuno a cui avevano voluto bene sino al giorno prima? Fare giustizia non significa rinnegare l'amore che si è provato e che si prova. Così come noi spettatori non scorderemo ciò che è stato Zack Addy prima di Gormogon, così i suoi amici cercano conforto negli oggetti a lui più cari, doni che proprio loro gli hanno fatto e che lui ha sempre conservato. Comunque, amano ancora il ragazzo che conoscevano, i giorni condivisi insieme. Il Male non ha avuto la capacità di vincere questo sentimento. E secondo me questo non è certo un messaggio deludente.
2- BOOTH E BRENNAN
Brennan: "Mi tradirai?" Booth: "No" (The intern in the incinerator - 3x06)
Non me la sono mai dimenticata questa frase. Erano mesi che ci pensavo... Ma procediamo con ordine. Dico subito che il plot della finta morte per ragioni di sicurezza nazionale a me è sembrato molto carino. Funzionava molto meglio di una finta morte legata al caso Gormogon (per quale motivo mai la morte di Booth avrebbe potuto influenzare le mosse di Gormogon?) e, con appena una puntata in più, sarebbe potuto essere sviluppato a dovere e dare vita a bei momenti di suspence e anche di commedia. Così purtroppo si è ridotto a una piccola parodia. Non sto ad elencare i vari difetti della cosa, anche se, tra le tante critiche, non afferro perché ci sia chi si lamenta della mancata presenza di Parker. Se Booth aveva compilato una lista di persone da avvertire, è ovvio che fra queste ci fosse anche Rebecca. E, se è una madre sensata, perché mai Rebecca avrebbe dovuto portare il figlio di cinque/sei anni al finto funerale di suo padre? Per poterlo poi mandare dall'analista sino all'età del college? Di fatto, con un po' più di tempo, ogni dettaglio poteva essere spiegato, anche la mancata presenza della famiglia. A volte vengono fatte per esempio doppie cerimonie, una pubblica ed una privata per i soli famigliari (e in questo caso avrebbe avuto senso, dato che, con buona probabilità, è possibile che la tomba di famiglia dei Booth si trovi a Pittsburgh e non a Washington). Addirittura anche l'assenza di spiegazioni con gli squints: considerando che il cimitero di sicuro non è sul retro del Jeffersonian, deve essere passato un certo lasso di tempo tra la fine della finta cerimonia, l'arresto del tizio catturato da Booth, e lo spostamento dal cimitero al laboratorio. Il problema è che non c'era abbastanza tempo per mostrarci tutto questo e la cosa ci è sembrata un flash un po' demenziale che non rende assolutamente giustizia alla chiusura devastante dell'episodio precedente... Però, come scrivevo nella premessa, c'è un risultato? Sì, c'è. La finta morte di Booth ha prodotto un risultato invero assai affascinante, cioè una Brennan fuori controllo. La maggior parte dei commenti che ho letto parla di una Brennan che reagisce come al solito, nascondendo il dolore dietro la razionalità, ma... no, non sono d'accordo. In realtà credo di non averla mai vista tanto irrazionale. Ascoltiamo quello che dice, guardiamo quello che fa. All'inizio si rifiuta di andare al funerale perché deve identificare le ossa di qualcuno che potrebbe avere una famiglia. Ossa che hanno cinquecento anni. A voi questa sembra razionalità? La Brennan che affronta il dolore razionalmente è la Brennan che si mette ad esaminare il teschio della madre, la Brennan che, dopo aver visto il padre e il fratello fuggire lasciandola di nuovo indietro, argomenta che evidentemente non può avere una famiglia. Questa Brennan qui non è razionale. Usa scuse assurde. Pensate anche al ritenere il rito funebre una perdita di tempo. Sappiamo che non è credente, ma finora, forse riconoscendovi una componente importante a livello antropologico, ne ha sempre accettato la funzione quantomeno di rispetto e l'abbiamo vista partecipare a diversi funerali (quelli delle vittime salvadoregne della prima stagione li ha addirittura pagati, arrabbiandosi con Booth per il suo ritardo alle esequie)... E' il funerale di Booth che rifiuta. Solo il suo. E questo non è razionale. Continuate ad osservarla: quando Angela la prega di accompagnarla, lei guarda a fatica la foto di Booth, ha gli occhi lucidi e le trema un po' il mento. Al funerale poi non riesce a stare ferma e sta a braccia conserte (e non ha mai tenuto le braccia incrociate a un funerale, finora). Ribolle di rabbia, rifiuto, emozione. E' l'ultimo posto in cui desidera essere. Questa non è razionalità, è istinto. Di fuga, di negazione, di disperazione, quel che volete, ma non è razionalità.
Jack: "Hai molta fede in Booth" Brennan: "(...) Nel tempo ho visto quello che Booth è in grado di fare. Non è fede". Jack: "Senza offesa (...), quella che hai tu è fede, bambina" (Aliens in the spaceship- 2x09)
Non c'è razionalità che tenga quando si perde qualcuno in cui si credeva tanto profondamente. Semplicemente di fronte a un tale vuoto la razionalità non ha più potere.
Due parole su Booth in divisa: era dall'inizio di Bones che aspettavo di vederlo così e non sono rimasta delusa. Figurarsi. David sta bene con qualsiasi cosa, del resto. C'è chi si è chiesto se quella sia veramente l'alta uniforme dei Rangers... Sapendo dove cercare si dovrebbe poter scoprire: la divisa mi pare avere caratteristiche abbastanza peculiari, tipo per esempio la giacca nera e i pantaloni blu. Se è veramente di Booth, comunque, e non una fittizia indossata per la farsa del funerale, devono essere sue anche le decorazioni, e anche se non me ne intendo, mi sono parse un bel po'...
Ritorniamo a Brennan. Anche nel momento in cui Booth si palesa, lei è tutta istinto e zero razionalità. Il suo cervello è in modalità primaria. E all'inizio registra solo un paio di fatti fondamentali: quello è il suo compagno, Booth, ed è in difficoltà. Quindi lo difende e lo aiuta, abbattendo il tizio con cui sta lottando. Non c'è bisogno di specificare cosa significa, no? Sempre mantenendosi in modalità primaria, il cervello di Brennan stabilisce quindi il terzo fatto: Booth è vivo, ergo va ammazzato. Osservate la scena al rallentatore: la sua espressione trasuda furore puro, che niente ha a che fare con la razionalità. Questa è proprio passione a briglia sciolta, quel tipo di fiamma che arde solo per qualcuno che si ama molto. Sempre a rallentatore noterete che razza di slancio Brennan si dà per colpire Booth. E' stata davvero una grossa svista da parte dei truccatori non far comparire poi un livido gigantesco sulla mascella di Booth, perché lei ce l'ha veramente messa tutta e lui non ha potuto difendersi, perché, credendo che lei sapesse della farsa, non poteva essere minimamente preparato al colpo. Priceless. A me è piaciuto tanto. Anche subito dopo, al laboratorio, quando Sweets sottolinea quanto l'atteggiamento di Brennan sia passionale: lei e Booth sprizzano scintille e gli altri li stanno a guardare come si guarda una coppia di amanti impegnati a litigare. Brennan ha l'aria di una che vorrebbe mordere Booth (e spero che lo faccia, presto o tardi, come B'Elanna Torres morse Tom Paris - e scusate il riferimento startrekkiano, ma se guardavate Star Trek Voyager sapete cosa vuol dire per un klingon mordere la faccia di qualcuno...). Da qui alla scena della vasca il passo è breve. Ammetto che mi è dispiaciuto vedere come molti fans abbiano sottovalutato o giudicato superficialmente questa scena, che invece, come hanno scritto alcuni è probabilmente una delle più importanti dell'episodio, di sicuro una delle più significative tra Booth e Brennan. Io letteralmente la adoro. Ormai l'ho imparata a memoria, a furia di rivederla. E non perché David è nudo (l'ho visto anche più nudo di così - e da tutti e due i lati ). Piuttosto è perché apprezzo il registro che Hanson e Nathan hanno scelto per questo confronto. Ne avevo bisogno, in verità. Dopo il pathos di "Verdict in the story" e la chiusura agghiacciante di "Wannabe in the weeds", ho scoperto che mi andava proprio di vedere Booth e Brennan così scoppiettanti e "caldi". Non fraintendetemi: amo i loro dialoghi teneri, i loro sguardi dolci, ma era ora, davvero ora, che ci mostrassero un po' di passione e fuoco. Finora Booth e Brennan avevano soprattutto bisticciato, sul sesso, sulla religione, sul lavoro. Ma non c'era mai stato un autentico scontro di natura personale e passionale. Guardandoli ho ripensato a ciò che aveva detto Booth a Wyatt nell'episodio 2x17, la sua descrizione del territorio di Brennan, il Jeffersonian, come di un luogo dove non c'era nulla a cui dare fuoco. All'incirca come la stessa Brennan, il cui fuoco interno è quasi sempre frenato dalla ragione. Ma non questa volta. Questa volta Brennan è in fiamme. Le scorte di razionalità sono temporaneamente esaurite e fa irruzione nel bagno di Booth, senza considerare che potrebbe trovarlo in una situazione assai privata (ben di più di un bagno nella vasca). E Booth... Anche qui non ho capito molte delle critiche. Booth è quello che va in giro con cravatte e calzini strani, ha "cocky" scritto sulla cintura, raccoglie le prove con una penna su cui c'è una donnina che rimane svestita se la capovolgi e regala maialini di plastica, puffi e alberi di Natale... Perché stupirsi se ha un casco dispensa-birra o una paperella di gomma nella vasca? Qualcuno ha criticato anche il fumetto e il sigaro. Ma Booth aveva già detto di leggere fumetti nella prima stagione (e il fatto che qui stia leggendo "Green Lantern" è un riferimento al film di animazione in cui David ha recentemente doppiato proprio Hal Jordan/Green Lantern) e il sigaro... beh, è uno dei più chiari e classici riferimenti sessuali di tutti i tempi (ci ricordiamo tutti di Clinton e della Levinski, vero?). Non mi stupisce che anche David lo fumi di tanto in tanto: è in genere prediletto dagli uomini con un qual certo narcisismo. Infine una perplessità: perché uno a cui hanno sparato non dovrebbe poter fumare o bere? Se gli hanno estratto la pallottola e l'hanno dimesso dall'ospedale (ergo è guarito), dove starebbe il problema? Boh... Sul piano del personaggio, c'è chi ha detto che Booth non dimostra abbastanza tenerezza nei confronti di Brennan, che è preoccupato solo di passare la palla della responsabilità a Sweets, ecc. Personalmente ritengo che la tenerezza non fosse l'atteggiamento giusto da tenere con una Brennan così fuori controllo. Lo avrebbe rifiutato, probabilmente accusando Booth di condiscendenza. E il comportamento di lui va comunque compreso. Riflettiamoci. Booth ha agito in piena buonafede. Saputo della farsa della finta morte, ha compilato una lista di persone da avvertire, proprio per salvaguardare i loro sentimenti dalla falsa brutta notizia. E Brennan era in quella lista, perché lui ci tiene a lei, perché non le farebbe mai un torto di proposito, specie quello di fingersi morto lasciandola all'oscuro. Figuriamoci, non alla sua Bones!! Già, però ora proprio la sua Bones è lì ad accusarlo di averla tradita, manipolata, di non aver tenuto conto dei suoi sentimenti, di non aver avuto fiducia in lei... Come può dirgli cose del genere? A lui che si è pure prese una pallottola per lei? Se consideriamo che Booth farebbe di tutto per Brennan, queste accuse devono sembrargli una sorta di offesa... E poi, ehi, lui era convinto che lei non stesse piangendo al funerale perché sapeva la verità, ma ora realizza che invece lo credeva morto e... niente. Ok, Booth è uno dei primi a conoscere la tendenza di Brennan a nascondere i sentimenti, però, da che si conoscono, l'ha anche vista aprirsi e lasciarsi andare alle lacrime più volte e ora come ora non è abbastanza lucido per comprendere che se non ci sono state lacrime è perché Brennan stava anche peggio. Questa Bones così diversa e "accesa" lo spiazza, proprio per il discorso che ho fatto prima sul Jeffersonian che non può prendere fuoco. Non si è mai comportata in maniera così femminile e spontanea con lui (credo con nessun uomo, in effetti, nemmeno nei litigi con Sully) e non ha idea di come rapportarsi, non ci è abituato. Scosso a sua volta, forse non intuisce il motivo di quella trasformazione, che secondo me è oltre la questione del "dovevi dirmelo di persona". Come al solito la discussione ruota intorno a un pretesto. Riallacciandomi allo scambio finale del 3x06, io credo che Brennan si senta "tradita" a causa di ciò che la momentanea morte e poi il ritorno del suo partner le hanno fatto provare (come del resto sottolinea Sweets). Stavano ottimamente, no? Amici, compagni, sempre insieme, intenti a non andare mai troppo oltre, in modalità che consentivano alla razionalità di governare il tutto. Poi Booth è morto e "risorto", accendendole dentro una serie di emozioni violente che la stanno destabilizzando e scuotendo come un fuscello e su cui non riesce a ragionare. Perché le ha combinato una cosa simile? Adoro Brennan in questa scena... Appare così furiosa ed insieme vulnerabile... Addirittura accusa Booth di essersi preso una pallottola per lei "solo una volta" (Bren, tesoro, e cosa pretendi mai da questo povero ragazzo? Che si faccia crivellare di colpi per provarti la sua devozione?) e nel momento in cui Booth si alza, la voce le manca alla fine della frase. Dopo, quando lui si risiede, e lei segue la manovra con lo sguardo, deglutisce leccandosi le labbra. Mi piace soprattutto quando lui le dice che proverà a scoprire come mai non l'hanno informata e lei ribatte un imbronciato e molto femminile "Se è importante per te...". Deliziosa. E lui pure. Così coinvolto dalla discussione che dimentica di essere nella vasca e cerca di imporsi come suo solito con la presenza fisica (involontariamente ci riesce anche meglio essendo nudo). Belli, belli, sognavo da tanto una scena così.
Una digressione sulla casa di Booth: finalmente ne vediamo la facciata. E qualche dettaglio in più. Nella stanza su cui si apre la porta del bagno, per esempio, si intravede una maglia da hockey con il numero 66 appesa al muro, una lampada e una finestra sui palazzi di fronte. Sembrerebbe quindi che siano stati arredati più ambienti, il che forse significa che avremo scene in casa di Booth, nella prossima stagione. Sarebbe ora... E... uhm... secondo voi come mai Booth ha una collezione di orologi da parete (tutti con orari diversi) proprio in bagno? Oh, e avete notato che invece di ascoltare musica con la radio o un lettore cd, Booth la ascolta con un giradischi? Molto in character.
Ritornando all'episodio, dopo la scena della vasca la tensione si smorza un po'. Mentre Booth vuole a tutti i costi che Brennan capisca che lui non l'ha tradita, lei, forse dopo aver meditato a mente un po' più fredda sul proprio comportamento sopra le righe, torna ad agire più nel suo normale stile. Sebbene il suo rifiuto di perdonare Booth continui ad apparire come una specie di testardo, femminile, modo di punirlo, soprattuto nella scena in cui dichiara di comprendere perché Sweets non l'ha avvertita e poi, però, non appena Booth è fuori portata d'orecchio, intima al giovane di non usarli mai più come esperimento. E non mi dimentico di Booth, che smette di ordinare torta, solo perché secondo Sweets il suo insistere ad offrire la torta a Brennan è una forma di seduzione... In seguito il caso Gormogon ha il sopravvento e alla fine le tensioni vanno messe da parte. C'è un dolore troppo grande da condividere. Nella scena finale Booth avrebbe potuto abbracciare Brennan? Sì, avrebbe potuto, ma le ha dato molto di più. Le ha dato quello che le dà sempre, la parola giusta o il gesto giusto, nel momento che conta. A volte è fallibile, a volte è contraddittorio, a volte fa il bagno nella vasca con strani accessori, ma... questo è Booth, per me. Semplicemente un uomo, meravigliosamente imperfetto. Che capisce che Brennan è devastata dall'idea di non aver mai donato niente a Zack e che trova invece il dono più bello che lei gli aveva fatto: la lettera in cui lo accettava al Jeffersonian, che Zack aveva sempre conservato. "Penso che tu gli abbia dato qualcosa di grande, Bones". Poche parole, quelle giuste. Non ne servono altre. Non serve neanche un abbraccio, perché lui è lì. Non importano in questo momento le incomprensioni, lo smarrimento, la tensione, tutte le paure ancora in sospeso fra loro e le possibili soluzioni e conseguenze. Non importa se un giorno saranno una vera coppia o se resteranno solo amici. Non importa nemmeno se magari prima o poi si separeranno e prenderanno strade diverse. In questo momento c'è qualcosa di più urgente in ballo. E come sempre solo Booth arriva nel modo giusto al cuore spezzato di Brennan. Lei abbandona la testa sulla sua spalla, lui poggia la guancia sui suoi capelli. Il suo sostegno, senza che mai Brennan abbia bisogno di chiederlo. Concludendo, Booth e Brennan in questa puntata mi sono piaciuti molto e mi è piaciuta la nuova sfumatura nel loro rapporto, in particolare nell'atteggiamento di Brennan verso Booth. Ora i primi spoilers relativi alla quarta stagione hanno anche più senso per me. Avevo pensato che un temporaneo allontanamento tra Booth e Brennan avrebbe potuto esserci a causa di un "congelamento" di lei, ma potrebbe proprio essere il contrario. Forse Brennan fuggirà proprio perché si renderà conto di essersi "riscaldata" troppo nei confronti di Booth e si spaventerà. Avrebbe una sua logica. Anche in questo caso non sono in grado di prevedere se Hanson saprà sfruttare le basi che ha gettato. Sarebbe bello e me lo auguro: questo step focoso nella dinamica BB può produrre risvolti intriganti e rendere la quarta stagione ricca di sorprese. Pare infatti che come amici e colleghi sappiano comprendersi sempre, mentre quando si approcciano da uomo a donna (un vago antecedente c'è già nel 2x17) vanno in confusione e stentano a capirsi, lui perde il suo famoso intuito, lei la sua proverbiale razionalità... Stuzzicante, no?
CONCLUSIONE Ci sarebbe ancora molto da dire. Sugli squints, tutti intensi in questo episodio (specie una toccante Cam e un fascinosissimo e ambiguo Jack). Su Sweets, perfettamente in linea con il suo comportamento di tutta la stagione (a suo modo, è uno squint anche lui, misura il mondo secondo la sua scienza ed è talmente intrigato da Booth e Brennan da non resistere alla tentazione di sottoporli ad esperimenti). Ma le risposte che cercavo, personalmente le ho trovate. La season finale è stata imperfetta per molti motivi, ma onestamente penso che Hanson dovrà fare ben altro per deludermi. Una puntata veramente deludente per me è una puntata povera di argomenti, piatta, che non offre spunti, senza messaggi, anche senza contraddizioni. Mentre questo episodio, con tutte le sue imperfezioni, è stata sicuramente ricco, importante e ha generato conflitto, shock, rabbia, emozione. Piaciuto o no, ha un suo perché e una sua ragione d'essere. Poteva essere fatto meglio? Sì, certo. O anche peggio, se è per questo (al peggio non c'è mai limite). Succede spesso che una season finale possa non essere allo stesso livello della stagione che conclude (tristemente capita ancora più spesso quando si tratta di una season finale che conclude un'intera serie). Ma questa per me non è stata poi così male: mi ha dato da pensare, mi ha fatto ridere, mi ha fatto soffrire, mi ha fatto fantasticare sul futuro della serie, mi ha dato spunto per più di una fanfiction (aspettate che metta io le mani sul plot della sicurezza nazionale...) ... Che altro pretendere, considerato il contesto infelice? La terza stagione è stata quella consacrata al cuore, la stagione della tenerezza, della famiglia, dei bambini, delle feste e dei sorrisi e in fondo non si è smentita e ha parlato di cuore sino alla fine, anche dell'altro lato del cuore, quello che si spezza, quello dove c'è dolore. Questa è la vita, no? Forse dopo anni di crudeltà whedoniane, mi accontento di poco, chissà... Ma sono serena e guardo avanti. Alla quarta stagione. E mi aspetto qualcosa di speciale dalla premiere di due ore, in trasferta a Londra. A differenza della season finale, è una di quelle occasioni in cui ci sono tutte le carte e anche le condizioni ideali. Se Hanson non saprà giocarle nel modo giusto, allora sì, quella sarà un'occasione decisamente sprecata. Incrociamo le dita.
Uhm... c'è ancora qualcuno sveglio?
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