BST Round 4: 1x14

Scomparsi

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    Autore: Lidiana / Chemistry
    Titolo: Un legame speciale
    Pairing: B&B.
    Rating: per tutti
    Summary: Erano quasi sempre così i loro percorsi in macchina, raramente silenziosi o accompagnati dal sottofondo musicale che regalava la radio.
    Disclaimer: I personaggi citati in questa fanfiction non mi appartengono, ho solo preso liberamente spunto dalla serie "Bones" di proprietà della FOX.

    UN LEGAME SPECIALE


    Il SUV percorreva le strade illuminate dai lampioni di Washington D.C. mentre lui la riaccompagnava a casa. All’interno dell’abitacolo due voci si sovrapponevano l’una all’altra, in quello che sembrava essere un match con due lottatori agguerriti che non erano disposti ad accettare una sconfitta. Erano quasi sempre così i loro percorsi in macchina, raramente silenziosi o accompagnati dal sottofondo musicale che regalava la radio.

    “Booth?!” esclamò Temperance, fissandolo con aria sconcertata dal sedile del passeggero.

    “Che c’è?”, domandò facendo un piccolo sorriso, sfuggendo al suo sguardo e sperando di riuscire a venir fuori da quella situazione.

    “Stai deliberatamente evitando di rispondere alla mia domanda cercando di traviare la conversazione su altri argomenti! Ti crea forse qualche problema darmi una risposta?”, chiese lei con sguardo provocatorio.

    Booth sentì nel tono della sua voce, mentre pronunciava quell’ultima domanda, la richiesta dell’ennesimo duello tra loro. Era qualcosa di stimolante e al quale non riusciva a negarsi mai. Si voltò a guardarla velocemente e lo vide. Ogni volta che intravedeva, negli occhi della sua partner, quel luccichio di competizione, sentiva dentro sé l’istintiva voglia di affrontare quella lotta.

    Attese di parcheggiare il SUV per risponderle e poterla guardare dritta negli occhi senza alcuna distrazione. Poter competere con quello sguardo. “No. È solo che non vorrei metterti in imbarazzo con la mia risposta”, disse alzando leggermente le sopracciglia e accennando un sorriso scaltro.

    “Booth, dovresti sapere che poche cose mi imbarazzano. Cosa che non si può certo dire di te”, replicò, ricambiando lo sguardo senza fatica e puntando leggermente il mento in alto. “Forza, rispondimi pure, sono pronta ad affrontare questa imbarazzante verità. Sputa la rana”, lo incitò mantenendo una voce calma.

    Lui alzò gli occhi al cielo e fece un sospiro. “Bones... conosci correttamente qualche modo di dire? Eppure sei un’antropologa forense, dovresti saperle queste cose, fanno parte della cultura popolare...”, disse mentre scuoteva la testa ed emetteva altri sospiri.

    “Non so di cosa tu stia parlando”, disse lei candidamente con sguardo confuso.

    “Sputa il rospo, Bones. Si dice così.”

    “Ooh”, esclamò lei, aprendo leggermente la bocca. Come sempre quelle labbra avevano l’effetto di una calamita per gli occhi di Booth, che si fiondarono a fissarle velocemente. Dovevano essere terribilmente morbide. Soffici. Piene. Calde..
    Poi la voce di Temperance lo strappò da quei pensieri e lo riportò a focalizzarsi nella loro discussione. “Lo stai facendo di nuovo! Stai di nuovo cambiando argomento. Sputa questo dannato rospo, Booth!”, disse spazientita.

    Sembrava non avesse intenzione di scendere dal SUV finché quella battaglia non fosse terminata, infatti si sistemò, girandosi un po’ di lato per portare il suo corpo verso di lui e avere la sua massima concentrazione su di sé.

    Vedendo nello sguardo di Booth l’esitazione nel rispondere decise di ripetere la domanda con dolcezza. “Qual è il tuo modo di darmi importanza?”

    Lui non smise di fissarla ma, improvvisamente, il suo sguardo si colorò di un’altra sfumatura. Di un’altra intensità. Come se quelle parole avessero acceso in lui tutta un’altra realtà. Quella che, nei suoi sogni, esisteva e viveva una vita propria. La continuò a fissare e continuò ad esitare.

    “Avanti, Booth. Ignori Zack per fargli credere che c’è un legame speciale tra voi e con me invece come fai? Come mi fai capire che c’è un legame speciale tra noi?”, lo incalzò.

    Lui fece per aprire la bocca e replicare ma, prima che lei se ne accorgesse, aveva dato seguito alle sue ultime parole. “Beh, se c’è un legame speciale tra noi...”, terminò incerta.

    “Certo che c’è!”, esclamò lui senza più ombra di incertezza.

    Lei sorrise leggermente, rincuorata dalle sue parole sicure e salde. “Sai che ho bisogno sempre di sapere i fatti... la verità”, disse scherzando e abbassando gli occhi, sperando di allentare quella tensione che si era creata nell’esigua aria che transitava nel veicolo. Ma il suo tentativo fallì, perché non appena risollevò lo sguardo si accorse che il viso di lui era ancora serio e i suoi occhi erano ancora fissi su di lei, scavando ancora intensamente. Ancora e ancora.
    Temperance si domandò fino a che punto volessero arrivare, fino a che punto potessero vedere. Quel pensiero la riempì di insicurezza e quella che era iniziata come una sfida divenne per lei in quell’istante un momento interminabile e carico di disagio. Si maledì mentalmente per aver intrapreso quella discussione.

    Booth intuì la sua difficoltà ma decise di proseguire la conversazione, decise di rispondere alla sua domanda.

    “Io non ho bisogno di darti importanza Bones, tu sei importante. Io credo in te, mi fido di te, vedo la passione che c’è dentro il tuo cuore, nelle cose che fai. Io vedo la sofferenza che provi per la mancanza che hai avuto nella tua vita e vedo anche il tuo disperato bisogno di trovare qualcosa o qualcuno a cui aggrapparti per cercare di riempire quella mancanza. Ed ogni cosa che faccio per te, ogni mio gesto nei tuoi confronti è in funzione del desiderio di essere colui a cui tu un giorno potresti aggrapparti per colmare quel vuoto. Ogni volta che affronto certi argomenti con te, ogni volta che ti guardo in una certa maniera, ogni volta che ti tocco...”. Allungò le dita verso la sua mano sfiorandola impercettibilmente e chinandosi verso di lei per esserle più vicino “… Lo faccio per... per rendere il nostro legame più forte... per renderlo speciale”, dichiarò tutto d’un fiato, con voce bassa e calda, come volesse avvolgerla in quel turbine che erano i suoi sentimenti per lei.

    Temperance sentì un calore invaderle lo stomaco e infiammarle la pelle.
    Nel punto in cui lui le stava sfiorando la mano sentì un brivido che, come il tuono di un temporale, si scaricò e passò direttamente nella pelle di lui facendogli socchiudere leggermente la bocca e allargare le pupille.
    Non riusciva a muoversi e quando lui si protese ancora un po’ verso di lei pensò che l’avrebbe baciata. Invece prese la sua mano nella sua stringendola lievemente e, a pochi millimetri dal suo viso, accarezzandola con il suo alito caldo, le disse: “Lasciami essere colui a cui ti aggrapperai.”

    Lei sbatté le palpebre cercando di contenere l’umidità che, sentiva, si iniziava a formare nei suoi occhi. Non capì da dove riuscì a trovare la forza di parlare e si stupì lei stessa delle sue parole. “Io mi sto già aggrappando a te”, disse in un sussurro, senza scostare il viso che era pericolosamente vicino a quello di lui.

    Booth spalancò gli occhi e sorrise sorpreso e felice per la risposta della sua partner. Si era mostrata, aveva confermato con quelle parole le sue paure e aveva confessato di volerle riporre nelle sue mani, per farle dissolvere col tempo.
    “Lo vedi, Bones? Il mio istinto aveva ragione, c’è un legame speciale tra di noi.” disse dolcemente, facendosi più vicino di quanto già non fosse.

    E finalmente quelle labbra fecero quello che pareva volessero fare da molto tempo, si chinarono e catturarono le sue, in un bacio leggero, interminabile, emozionante. Quando si staccarono dolcemente l’uno dall’altro si guardarono per un lungo istante in silenzio, godendo di quell’attimo di eternità che aleggiava intorno a loro.

    “Grazie, Bones”, disse lui accarezzandole il viso.

    “Per cosa?”, domandò Temperance confusa.

    “Per permettermi di essere colui a cui ti aggrappi. Per permettermi di essere quella persona.”

    “Beh, tecnicamente sarei io a doverti ringraziare ma... prego”, replicò sorridendogli e iniziando a scendere dal SUV. Prima di richiudere lo sportello, però, si voltò verso di lui.

    “Ah Booth, credo che domani ti chiamerò per andare fuori a pranzo”, disse ammiccando.

    Lui rise, divertito dal suo riferimento. “Aaah Bones, se sentirai la mia mancanza prima, chiamami anche per la colazione.”

    “Per quella potremmo organizzarci presto diversamente... chissà...”, disse lei, guardandolo maliziosa mentre richiudeva lo sportello del SUV. Rimase ferma a guardarlo dal finestrino chiuso.

    Lui restò senza parole per un attimo, pensando al significato di quella sua ultima frase piena di aspettativa. Lei iniziò ad allontanarsi camminando all’indietro per continuare ad osservarlo ancora un po’ e lui, prima che lei si voltasse, muovendo marcatamente le labbra per farle capire la sua parola, sussurrò ‘Notte’ e la guardò entrare nel suo portone e scomparire dietro la porta.

    Accidenti, sentiva già la sua mancanza al punto che l’avrebbe chiamata per chiederle se le andava una birra prima di dormire.
    Ma si trattenne. Quella sera aveva già raggiunto più di quanto si sarebbe mai aspettato, col tempo sarebbe arrivato anche il resto.
    Girò la chiave della macchina e si avviò nelle strade buie di Washington D.C., accompagnato da un sorriso che non l’avrebbe abbandonato per molto tempo.

    Edited by omelette73 - 13/7/2009, 09:20
     
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