BST Round 5: 1x15

Due corpi sotto esame

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    Autore: Chemistry
    Titolo: I passi per l’incantesimo
    Pairing: B&B.
    Rating: per tutti
    Summary: E se quel frigorifero non fosse esploso...?.
    Disclaimer: I personaggi citati in questa fanfiction non mi appartengono, ho solo preso liberamente spunto dalla serie "Bones" di proprietà della FOX.

    I PASSI PER L’INCANTESIMO

    Le note della musica riempivano l’appartamento.
    Stavano ballando e di colpo sembrava che tutta la tensione di quelle ore stesse lasciando il posto al puro, semplice divertimento.
    Il telefono squillò interrompendo quell’attimo di rilascio delle inibizioni. Temperance andò a rispondere. Era David, il suo ‘appuntamento’.
    Dopo qualche frase di circostanza interruppe la telefonata tornando nell’atmosfera elettrica del suo salotto.
    Booth durante la conversazione telefonica aveva continuato a ballare e le aveva fatto addirittura il solletico ma, non appena la vide appendere la cornetta si fermò, guardandola imbarazzato.

    Le domandò se aveva qualcosa da bere e dopo qualche scambio di parole impacciate si diresse in cucina, sperando di trovare qualcosa per lenire la secchezza che improvvisamente si era ritrovato in bocca.
    Aprì l’anta del frigorifero e quando vide le birre decise di puntare a quelle. Ne prese una anche per lei, era certo l’avrebbe gradita nonostante gli avesse detto di no.

    La raggiunse e le porse una bottiglia. Lei lo guardò confusa e dopo una leggera esitazione prese la birra che lui le stava offrendo.

    “Non mi vorrai far bere da solo, Bones?”, le chiese sorridendo.

    Lei ricambiò quel sorriso e, dopo aver fatto tintinnare i colli delle due bottiglie tra loro, bevvero un sorso.
    Il silenzio tornò a regnare nella stanza e si diedero uno sguardo.

    L’incrocio di sguardi tra due sconosciuti in mezzo alla folla.

    Poteva davvero trattarsi di quello tra loro.
    In quell’istante erano fuori dagli schemi, erano oltre la linea, si trovavano in una situazione totalmente nuova ed estranea a quelle alle quali erano abituati.

    Non c’erano macchinari da laboratorio, stanze per gli interrogatori, resti di corpi martoriati, non c’erano sospettati o assassini.
    C’era un appartamento, c’era una donna, c’era un uomo, della musica e una notte da trascorrere insieme.
    Le aveva promesso che non l’avrebbe lasciata sola un momento e Temperance si rese conto che pareva davvero deciso a farlo quando le disse che avrebbe passato la notte da lei. Non si oppose, sapeva che sarebbe stato inutile e, inoltre, quella sensazione di protezione un po’ le piaceva. Ma non l’avrebbe mai ammesso. Nemmeno con se stessa.

    La serata proseguì serenamente, ascoltando la musica più disparata, chiacchierando, ridendo e bevendo. Ma nell’aria potevano sentire aumentare, col passare delle ore, lo strepitare delle scintille che si formavano quando si guardavano.

    Le occhiate furtive.

    Alla fine erano diventate quasi insistenti ed esplicite. Quella cosa in un certo senso li turbò ma non ci diedero peso, evitarono di dargliene.

    Stavano bevendo la loro terza birra e ormai l’alcool aveva iniziato a rendere il suo effetto inebriante. Non erano ubriachi. Semplicemente, ridevano con più facilità e si soffermavano a guardarsi con meno paure. Sicuramente era servito a renderli meno inibiti.

    Lui era seduto ad un angolo del divano e lei, accovacciata sul lato opposto, lo osservava. Dopo un attimo Temperance allungò le gambe, che fino ad un attimo prima erano piegate, nello spazio vuoto tra loro.

    Booth la osservò mentre, rilassata, piegava la testa all’indietro ed emetteva un profondo sospiro.

    “Hai sonno?”, domandò lui. Mentre attendeva la risposta si ritrovò a pensare che lui non ne aveva affatto. Che la visione della sua partner in quella veste così... quotidiana, lo aveva completamente risvegliato da una specie di torpore.

    “Sì, beh... si è fatta una certa ora in effetti.”, rispose lei dando uno sguardo all’orologio.
    Era quasi mezzanotte e si sorprese della velocità in cui il tempo era trascorso. Si alzò dal divano e barcollò leggermente. Booth lo notò e fece uno scatto afferrandole un braccio.

    “Hey, Bones.”, rise. “Qualcuno ha bevuto troppo?”

    “Reggo perfettamente tre birre, Booth. Mi sono solo alzata troppo in fretta.”, replicò lei sorridendo e sapendo che probabilmente il merito era anche dell’alcool.

    Lei prese tre bottiglie dal tavolino e Booth fece lo stesso, prima di dirigersi in cucina.

    “Ora vado a prenderti un cuscino e le coperte.”, disse lei mentre lui le passava le bottiglie vuote che lei sistemava nel contenitore del vetro.

    “Grazie, Bones.” I gesti continuarono automatici, finché non arrivarono all’ultima bottiglia che scivolò dalla mano di lui frantumandosi a terra.

    Si bloccarono sui loro posti per un momento.

    “Mi dispiace, Bones. Io...”, fece per dire lui, ma si interruppe non appena si rese conto che lei stava ridendo fragorosamente.

    “Credo sia tu quello che ha bevuto troppo.”, gli disse Temperance.

    Rise anche lui e alla fine, abbassando gli occhi sui vetri si accorse che era a piedi nudi.

    “Bones, attenta! Non muoverti, altrimenti ti tagl...”
    Non fece in tempo a terminare la frase che la sentì emettere un lamento. Lui indossava ancora le scarpe e con attenzione la raggiunse.

    “Booth? Che vuoi fare?”, domandò confusa.

    Non le diede altro tempo per pensare e, chinandosi, le mise un braccio dietro alle ginocchia e uno intorno alle spalle sollevandola come fosse una piuma.
    Lei istintivamente si aggrappò a lui, circondandogli il collo con un braccio. Sentiva i muscoli della spalla sotto la sua mano e ne rimase colpita. Lui, mentre la riportava in salotto, la guardava intensamente.

    “Ti sei fatta male, Bones?”, la fece sedere e prese il piede tra le mani per controllarlo.

    “No, Booth. Va tutto bene.”

    “Non è vero, c’è un taglietto! Devi disinfettarlo. Dove tieni i medicinali?”

    “Sono nel bagno al piano di sopra.”

    Lui di colpo la sollevò di nuovo e lei rise. “Booth, che fai?”
    “Ti porto in camera, ti disinfetterò così sarai pronta per metterti a dormire. Ripulirò io in cucina.”

    “Booth, posso fare da sola. Non c’è bisogno, davvero.”

    Ma lui ignorò totalmente quelle parole. La guardò soltanto. E lei percepì ancora una scintilla.



    Era ai piedi del suo letto, aveva appena terminato di disinfettarla e le mani le accarezzavano il piede, mentre soffiava il suo alito sulla ferita. Quel respiro le donava un fresco sollievo dove il sangue stava pulsando energico. Ma allo stesso tempo quel gesto la stava facendo impazzire. Il sangue pareva non avere intenzione di smettere di pulsare così forte ma, anzi, prepotentemente scorreva sempre più veloce.
    Lo sguardo che si erano scambiati durante quel semplice procedimento non aveva nulla di semplice.

    Lei aveva sentito un fremito per ogni carezza donata da quelle mani.
    Lui aveva visto nei suoi occhi una luce nuova che lo fece perdere.

    Poi lei allungò una mano su quella di lui.
    Lui sollevò la testa e inchiodò gli occhi in quelli di lei.

    “Booth...”, disse lei.
    “Bones...”, rispose lui.

    e

    La vecchia magia che si trasforma in incantesimo li travolse.

    Edited by omelette73 - 20/7/2009, 09:24
     
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12 replies since 13/7/2009, 08:08   692 views
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