BST Round 5: 1x15

Due corpi sotto esame

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  1. omelette73
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    Autore : Cris.Tag
    Titolo : Il dono
    Pairings : Brennan & Booth
    Summary: a qualche giorno dal suo ricovero in ospedale, Brennan prosegue nelle sue visite a Booth
    Disclaimer: i personaggi citati appartengono alla Fox


    Il dono

    Stava giocando con il telecomando, cambiando velocemente canale. Sembrava volesse battere qualche record quando si accorse di una presenza alla sua destra. Sorrise prima ancora di voltarsi per vedere chi fosse. “Bones! Che ci fai qui?”
    La donna era ferma sulla soglia della camera d’ospedale, indecisa se entrare o meno. Si morse il labbro inferiore e si strinse nelle spalle. “Pensavo di passare per un saluto … come ti senti oggi?”
    “Stanco di mangiare budini. Avrei bisogno di una bella bistecca.” Le fece cenno di entrare con la testa. Era immobilizzato a letto da qualche giorno e già non ne poteva più. Non ci era abituato.
    Brennan entrò, fra le mani reggeva una borsa di stoffa a fiori colorati. Si accomodò accanto a lui, su quella sedia che l’aveva già accolta nei giorni precedenti.
    Il cerotto sulla fronte ormai era solo un ricordo.
    “Non esci con David questa sera?”
    “Aveva una riunione.”
    Non seppe dire perché, ma la cosa lo fece sentire meglio. Non era ancora riuscito a capire cosa ci trovasse in lui di così interessante. Di che diavolo parlavano quei due? Per la miseria, si erano conosciuti in una chat! Non c’era nessuna magia in questo.
    “Non fare quella faccia, Booth.”
    “Che faccia?”
    “La faccia di uno che pensa di avere ragione. Ha solo una riunione di lavoro, non si è inventato nessuna scusa.”
    “Ti giuro che non stavo pensando a niente del genere.” Cercò di alzare entrambe le braccia in segno di arresa, ma era ancora piuttosto difficile.
    “A cosa stavi pensando allora?”
    Fosse per me annullerei qualsiasi tipo di impegno per uscire con una come te.
    Cercò un diversivo.
    “Sono curioso di sapere cosa contiene quella borsa, tutto qui. Sembra piuttosto pesante.”
    “Ho pensato che magari questa sera avrei potuto cenare con te per farti compagnia.”
    “Molto gentile, Bones.”
    “Sul serio, Booth. Ci sarei dovuta essere io al tuo posto.”
    “Ne abbiamo già parlato … io sono l’agente che ti doveva proteggere. E’ stato meglio così.”
    “Booth …”
    “Cosa mi hai portato di buono?” interruppe subito ogni suo tentativo di controbattere. Si era già sentito abbastanza in colpa per averla affidata a Kenton senza accorgersi in tempo che era corrotto. In più c’era stata la storia di Hollings, non sopportava l’idea di essere stato fregato. Avrebbe preferito vederlo marcire in galera piuttosto che sepolto sotto terra.
    “Sono passata da Sid e gli ho chiesto di preparare qualcosa.”
    Estrasse dal sacchetto due contenitori termici e li adagiò sul tavolino che fronteggiava Booth, pieno di vasetti di budino vuoti.
    Gli piaceva vederla premurosa nei suoi confronti. Non che se lo aspettasse, in fin dei conti erano solo colleghi e lui aveva solo fatto il suo dovere. Ma aveva uno sguardo dolce quella sera e ne aveva bisogno per curare meglio le sue ferite.
    La vide preoccuparsi di fare spazio, buttare i contenitori vuoti e aprirgli il vassoio che portava il suo nome scritto sopra. La scrittura di Sid, pensò.
    E quando lo aprì fu avvolto dal sapore agrodolce del pollo. Proprio quello di cui aveva bisogno. E già tagliato in piccoli pezzi! Così si sarebbe risparmiato la scenetta divertente di lei che gli tagliava la carne per permettergli di mangiarlo. Improvvisamente si sentì un bambino desideroso di attenzioni. L’avrebbe imboccato?
    Brennan era inconsapevole dei pensieri di Booth, era semplicemente concentrata nel suo compito. Desiderava veramente farlo stare meglio.
    Si girò di colpo e lo sorprese a guardarla. “Che c’è, Booth? Hai bisogno di qualcosa?”
    I suoi occhi scuri sembravano volessero parlare, ma non era in grado di decifrarli.
    “Va tutto bene, Bones, grazie. Potresti … avvicinarmi il vassoio? Non vedo l’ora di mangiare.” Sorrise, nel suo modo particolare e unico di farlo, pensò lei. Non aveva mai conosciuto nessuno che sapesse farlo così, soprattutto da un letto d’ospedale dopo essere saltato per aria.
    Si accomodò sulla sedia e aprì anche il suo contenitore. Come sempre Sid era in grado di soddisfare ogni suo tipo di esigenza, gli spaghetti di soia con verdure al vapore erano ciò che desiderava in quel momento ed era sicura che anche Booth avesse ottenuto il meglio.
    Alzò per un attimo lo sguardo verso il suo collega. Aveva ancora delle difficoltà nel muovere gli arti superiori, ma era migliorato da quando era stato ricoverato. Poi certo, l’uscita imprevista per venire a salvarla aveva complicato la sua situazione clinica, ma avrebbe vigilato personalmente sulla sua guarigione.

    Vide che Booth si stava gustando il pollo, come se veramente fosse l’unica cosa di cui avesse bisogno in quel momento … e anche di un tovagliolo, a dire la verità. Sembrava soddisfatto e decise di non disturbarlo.
    Restarono in silenzio mentre consumavano la loro cena.
    La televisione trasmetteva un programma sportivo, ma non vi prestarono attenzione.
    Nel corridoio le infermiere continuavano il loro lavoro, i visitatori stavano ormai lasciando la struttura, ma sapevano che quelli dell’agente godevano di un trattamento speciale, soprattutto quella donna che passava ogni giorno e chiedeva il miglior tipo di cure per il collega ricoverato.
    Inutile discutere con lei.

    Mangiare quel pollo gli era servito a risollevargli il morale, ma ora era decisamente stanco, sentiva il bisogno di abbandonare le braccia lungo il corpo per far riposare la sua muscolatura. Gli avrebbero sicuramente proposto un antidolorifico per sopportare il dolore, ma preferiva farne a meno. Aveva passato momenti peggiori e sapeva di essere in grado di sopportarlo. Non amava prendere farmaci inutilmente.
    Appoggiò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi per un istante solo, in attesa che Bones finisse i suoi spaghetti.
    “Devi riposare, Booth?”
    “No, Bones, non ti preoccupare. Volevo solo chiudere gli occhi per un istante. Finisci pure con calma, non c’è fretta. Non mi disturbi.”
    Lo ringraziò con gli occhi, nel solo modo che lei sapeva fare.
    Con quei magnifici occhi che cambiavano colore a seconda della luce.

    Finì i suoi spaghetti e si accinse a riporre i contenitori termici nella borsa per riportarli a Sid.
    Booth aveva ancora gli occhi chiusi e sembrava essersi addormentato.
    Cercò di non fare rumore guardandolo. Sembrava così sereno mentre dormiva.
    Poi si accorse di una piccola macchia di salsa agrodolce sul mento, ispido per la barba. Avrebbe dovuto asciugarla. Prese un tovagliolo e con delicatezza si mosse verso di lui.
    Era vicina al suo volto, poteva sentire il suo respiro pesante e l’odore della sua pelle.
    Non era imbarazzata per il suo petto nudo, aveva visto le sue radiografie e sapeva quello che c’era sotto la sua pelle. Eppure …
    Appoggiò delicatamente il tovagliolo sul suo mento, chinandosi verso di lui e Booth aprì gli occhi d’istinto.
    “Scusami, non volevo svegliarti … hai una macchia di salsa agrodolce sul mento …” e in quel momento scoprì di sentirsi decisamente a disagio, con i suoi occhi marroni che la scrutavano da vicino. Deglutì.
    Lo vide fare la stessa cosa.
    “Ho fatto … ora vado, ti lascio riposare. Ci vediamo domani.” Raccolse le sue cose in fretta e rimise tutto nella borsa a fiori. Tenne gli occhi bassi per evitare di nuovo il suo sguardo. Decisamente non era da lei un comportamento del genere, ma lui era così bravo con le persone che sapeva capire gli stati d’animo di chi si trovava di fronte.
    La voce dell’uomo la fermò di colpo mentre era ormai vicina alla porta.
    “Grazie Bones.”
    “Di cosa Booth? Sono io che dovrei ringraziare te.” Si girò lentamente, rossa in viso.
    “Grazie per essere passata questa sera e per avermi portato la cena.”
    “Non ti meriti di rimanere in questo letto d’ospedale, Booth. Soprattutto per causa mia. So badare a me stessa.”
    “D’accordo, Bones, la prossima volta che qualcuno ti minaccerà mi farò da parte, sei contenta?”
    Si chiese perché stesse sorridendo in quel momento. Non colse l’ironia della frase pronunciata dall’uomo che stava in quel letto d’ospedale. Agì e basta.
    Tornò da lui con un coraggio che non seppe dire di preciso da dove venisse, si chinò verso di lui e lo baciò in fronte, sussurrandogli per l’ennesima volta il suo ringraziamento, poi fuggì da quella camera in cerca di aria fresca.

    Quella sera ricevette un dono inaspettato.
    Non pensò alla cena, non pensò a Bones né al suo timido bacio.
    Pensò solo che forse, dopotutto, dietro a tutte quelle sue strambe teorie antropologiche e scientifiche c’era una magnifica donna che cercava solo un po’ di serenità.
    E ora ne aveva le prove.
    Tornò a dormire soddisfatto. Aveva compiuto il suo dovere.
    Non era saltato in aria con il suo frigorifero per niente.

    Edited by omelette73 - 20/7/2009, 09:28
     
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12 replies since 13/7/2009, 08:08   692 views
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