BST Round 9: 2x09

Sepolti Vivi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Cris.Tag
        Like  
     
    .

    User deleted


    Autore: Allanon9
    Titolo: Gratitudine.
    Pairings: B&B
    Rating: Per tutti
    Frase simbolica: Ho ringraziato perché ha salvato tutti noi, se anche uno solo della squadra si perdeva voi non vi sareste salvati.
    Disclaimer: Bones non mi appartiene.



    Booth l’aveva appena lasciata sotto casa.
    Brennan entrò nel buio appartamento e chiuse la porta sospirando.
    Nelle ultime trentasei ore aveva vissuto come in un incubo.
    Prima il Becchino l’aveva rapita, poi aveva dovuto operare la gamba di Jack, che era stato preso con lei, senza anestetico e disinfettante. Ed infine il ritrovamento da parte della sua squadra.
    Accese la luce sorridendo. La squadra sua e di Booth.
    Camminò verso la sua camera da letto col passo stanco, aveva davvero bisogno di dormire.
    Prima però doveva fare una cosa.
    Aprì l’armadio e tirò fuori una vecchia scatola da scarpe, dove teneva tutti i ricordi della sua vita di prima e qualcuno di quella attuale.
    Si sedette sul letto e l’aprì. Il maialino Jasper era sopra a tutto il resto: foto, alcune lettere di sua madre, ricordi insomma.
    Prese dalla tasca dei jeans un foglietto ripiegato, lo aprì e rilesse mentalmente quello che vi era scritto.
    Le venne l’irrazionale voglia di distruggerlo ma non lo fece.
    Lo ripiegò con cura e lo ripose sotto Jasper. Sorrise di nuovo, quello che aveva scritto sarebbe rimasto un segreto.
    Posò la scatola al suo posto e più tranquilla si stese sul letto.
    Era stanca ma il sonno non veniva. I suoi pensieri erano confusi, cosa di cui si meravigliò.
    La sua sola certezza in tutto quel caos era Booth che la tirava fuori da quella buca, il suo sguardo sollevato e il suo sorriso.
    Stavolta aveva davvero avuto paura.
    Ma mai aveva creduto che Booth non ce la facesse a ritrovarli, questa certezza l’aveva sostenuta fino alla fine.
    Chiuse gli occhi e una lacrima silenziosa le scese sulla guancia. Se l’asciugò dicendosi che era la stanchezza e la troppa adrenalina prodotta in quelle ore, che la facevano sentire così.
    Ma così come Temperance?
    Si chiese. Non lo sapeva esattamente.
    Di nuovo le apparve il volto di Booth con gli occhi scintillanti alla luce delle candele. Cosa le aveva detto?
    Ah si, che aveva ringraziato non solo per aver salvato lei, ma tutti loro. Perché se si toglieva anche un solo membro della squadra, lei ed Hodgins non sarebbero stati ritrovati.
    Sorrise di quelle parole perché le erano entrate nell’anima. Si addormentò col pensiero rivolto a Booth.
    Era grata a quell’uomo per non essersi arreso.

    Booth rimase con le mani sul volante a lungo dopo che lei era scesa dal Suv.
    L’agitazione che aveva sentito in quelle ore l’aveva lasciato stremato nella mente e nel fisico.
    Lui e la squadra avevano combattuto contro il tempo per salvare Bones e Hodgins e se non fossero stati così uniti e determinati non li avrebbero di sicuro più trovati, proprio come sosteneva Vega.
    Un brivido di terrore gli percorse la schiena.
    Perderla sarebbe stato tremendo, se ne rendeva pienamente conto.
    Con un enorme senso di colpa verso Camille, Booth pensò che amava Bones più di chiunque altro al mondo, a parte Parker, e non riusciva ad immaginare più la sua vita senza di lei.
    Appoggiò la fronte sulle mani ancora strette sul volante e recitò l’ennesima preghiera di ringraziamento.
    Rimase lì, sotto casa di Brennan, dentro la macchina, per il resto della notte incapace di andare a casa spaventato che al suo risveglio lei potesse essere ancora dispersa e anche troppo impaurito dai suoi sentimenti per salire all’appartamento di Brennan e confessarle il suo amore.
    L’alba venne anche troppo presto per i suoi gusti e stanco e dolorante per la posizione statica che aveva assunto durante la notte, si decise a mettere in moto ed allontanarsi.
    La luce del giorno rendeva Booth sicuro del fatto che Brennan fosse veramente salva.
    Sarebbe tornato da lei tra un paio d’ore, giusto il tempo di farsi una doccia e cambiarsi d’abito.
    Un sorriso stanco addolcì il suo volto mentre si allontanava, era grato che lei non si fosse arresa.

    Edited by omelette73 - 17/8/2009, 10:08
     
    .
  2. omelette73
        Like  
     
    .

    User deleted


    Autore: Cris.Tag
    Titolo: Nuovi orizzonti
    Pairings : B&B
    Rating: per tutti
    Frase simbolica: Il messaggio è stato mandato a me. Io e lei ci conosciamo bene, lavoriamo insieme.
    Disclaimer: non mi appartiene niente, tutti i diritti vanno alla Fox.

    E’ finito tutto, eppure io non sono tranquillo.
    Sarei dovuto andare a New York con Cam per … non ricordo per quale motivo.
    Perché abbiamo una sorta di relazione? Ci stiamo divertendo, vero. È una bella donna, intelligente. E nessuno di noi due vuole che il rapporto cambi, cresca, evolva in qualcosa di ... va bene così, ci abbiamo già provato.
    Invece sono qui, sotto casa tua, Bones, ad aspettare che tu spenga la luce e che vada a dormire.
    Magari non riesci a farlo, magari hai paura.
    Ma come al solito tu non chiedi mai aiuto a nessuno.
    Lo sai che con me non è necessario? Mi basta un gesto, uno sguardo, e corro subito da te.
    Non mi stancherò mai di correre da te.

    Sei stata dimessa subito dall’ospedale, dopo i primi accertamenti.
    Quando sono venuto a prenderti stavi discutendo con i medici che avrebbero voluto tenerti in osservazione almeno una notte, vista la scarica elettrica che ti ha stordita.
    Avessi potuto li avresti stesi con un colpo di karate, ma non avendo molta forza te la sei cavata con le tue solite chiacchiere antropologiche.
    Persino Jack se n’è andato, ma ho incrociato Angela nel corridoio, sono sicuro che lei saprà prendersene cura.

    Sei rimasta zitta durante il tragitto in auto. Chissà a cosa stavi pensando. Forse al tizio che ti ha fatto tutto questo, forse ad un modo per venirne fuori. Forse non stavi pensando a niente.
    Hai preso le scale per salire, non hai voluto rinchiuderti nell’ascensore. Non hai obiettato al fatto che ti ho voluta seguire.
    Ti sei fermata sulla soglia di casa, sono convinto che per un attimo hai pensato di non poterla più rivedere.
    Mi hai fatto entrare per primo, hai respirato a fondo e poi hai mosso qualche passo verso il centro del tuo appartamento. Ti sei guardata intorno e poi hai aperto una finestra, dici che quella stanza odora di chiuso.
    Ti sei voltata a guardare la libreria, così carica di ricordi. Tu che sei così poco attaccata agli oggetti, sai bene in realtà quali siano i loro valori.
    Ci sono le foto della tua famiglia, prima che ti abbandonasse. Di te e di Angela … i tuoi libri, i tuoi manufatti.
    Ci sono un po’ anche io nella tua casa, nella tua vita?
    Sono nel tuo libro, hai scritto una dedica per me quindi … direi di sì.

    Mi hai detto di andare a casa, che ora stai bene e che non mi devo preoccupare per te.
    Hai esitato prima di chiudere la porta dietro di me, hai dato di nuovo la colpa all’aria viziata che c’è nel tuo appartamento e di quanto importante sia la buona aerazione di un locale per la salute di chi lo occupa. Tu lo chiami ossigeno, io la chiamo vita.
    Ma non so cosa diavolo mi stia passando per la testa in questo momento perché non riesco ad andarmene.
    Ho nelle gambe ancora quella corsa che ho fatto, nei polmoni l’aria che ho respirato quando sono arrivato da te, quando ho scavato nella terra e ho trovato la tua mano.
    E’ stato … è stato così … Dio, dammi la forza per non piangere, ti prego.
    Sento ancora la tua mano nella mia e … non so come, sono riuscito a tirarti fuori da tutta quella terra. So solo che ho voluto fortemente trovarti viva, non mi importava più di niente.
    C’eri solo tu nella mia testa, fra le mie braccia, dentro i miei occhi.
    Sei stata tu a riportarmi alla ragione, nel tuo solito modo di fare, ricordandomi di aiutare gli altri a tirare fuori Jack.
    E poi ti ho guardata come se fossi la cosa più preziosa al mondo.
    Ho sorriso e anche tu lo hai fatto.
    Poi la nostra risata ha preso consistenza, fino a quando non sono arrivati i soccorsi

    Non è passata che un’ora da che ti ho lasciata e già sento che vorrei chiamarti per sapere come stai.
    Suona il telefono, le luci nel tuo appartamento sono ancora accese. È il tuo nome quello che mi compare sullo schermo del cellulare. Per un attimo esito a rispondere, ripensando a quando ho sentito la voce del Becchino che mi diceva che ti aveva presa. Tu ed Hodgins nelle mani di quel rapitore senza scrupoli. Ho attivato la comunicazione e ho pronunciato il tuo nome.
    Non riesci a dormire, mi sarei stupito del contrario.
    Possiamo andare a fare due passi? Certo, dammi un secondo e salgo da te.
    Non chiedermi perché ci ho messo letteralmente un secondo, Bones.

    Sei silenziosa mentre cammini accanto a me.
    Guardi il cielo nero sopra di te mentre pensi. Non si vedono stelle da questo punto della città.
    Mi ascolti, come non hai fatto mai, guardandomi con quegli enormi occhi chiari.
    Immagino che tu abbia fatto forza anche ad Hodgins oltre che a te stessa.
    Gli hai inciso una gamba per permettere al sangue di defluire, altrimenti l’emorragia interna lo avrebbe ucciso dal dolore.
    I tecnici del laboratorio che stanno analizzando l’auto mi hanno spiegato che quello che avete compiuto per avere più aria è stato fondamentale.

    Mi chiedi silenzio, non ne vuoi parlare.
    Hai solo bisogno di compagnia perché la notte ti sembra più buia. Non è bastata la luce interna dell’auto a farti sentire meno sola, né la presenza di Hodgins.
    So che hai avuto paura o forse ne ho avuta più io.
    Sapevo che non ti saresti arresa.
    Sapevi che non mi sarei arreso.

    Siamo colleghi, puoi chiedermi quello che vuoi, Bones.
    No, le paure non sono irrazionali, è solo che dobbiamo imparare ad affrontarle. Certo, in due è meglio.
    Ho avuto fede in Dio.
    Siamo una buona squadra, se solo uno di noi non ci fosse stato, tu ed Hodgins sareste rimasti sepolti.

    Si è fatto tardi e ti riaccompagno a casa.
    Mi guardi negli occhi mentre me lo chiedi, il tono è diretto, uno di quelli che non ammette repliche.
    Non vuoi rimanere sola questa notte, anche se sai che non potrà accadere più nulla, anche se sai che domattina riaprirai gli occhi e sarai di nuovo nel tuo letto, nella tua camera, nella tua casa.

    Tu non puoi sapere di Cam e di quello che ci lega. Nemmeno io lo ricordo più.
    Mi sdraio accanto a te e lascio che tu ti metta comoda. Ti stringo fra le braccia e respiro il tuo profumo.
    Il mio cuore batte all’impazzata e so che anche il tuo sta facendo la stessa cosa, lo sento.
    C’è una strana forza che mi attira a te e non so di cosa si tratti.
    Non so resistere all’idea di baciarti e anche tu lo fai, ricambi la mia passione, la mia paura di non vederti più.
    Le tue labbra sono sulle mie, si mischiano alle lacrime.
    Dici che mi hai scritto un messaggio quando eri sepolta ma che ora non vuoi parlarne.
    Ti sfili la maglietta e lasci che ti veda.
    Tieni la luce accesa per favore, non voglio perdermi i tuoi occhi.
    Dici che ne hai abbastanza del buio.

    So solo che non vuoi dormire e nemmeno io lo voglio.
    Sarà una lunga notte, Bones.
    Voglio raggiungere nuovi orizzonti con te.

    Edited by omelette73 - 17/8/2009, 10:08
     
    .
  3. Cris.Tag
        Like  
     
    .

    User deleted


    Autore: Omlette73
    Titolo: Io vi vedo
    Pairing: nessuno
    Rating: Per tutti
    Summary: “Sono il Gravedigger”.
    Disclaimer: I personaggi citati non mi appartengono, sono di proprietà della FOX.

    IO VI VEDO

    Li ho visti.
    Avvicinarsi.
    Parlare con il padre di quei ragazzini. Quelli che mi avevano spinto a fare un errore. Il mio primo errore. So pianificare le cose con cura.
    Ho un dono. E lo uso a mio vantaggio.
    Non è così che si dovrebbe fare?
    Si ha un dono e lo si usa a proprio vantaggio. Sprecare i doni è stupido. È un peccato.
    Prendo semplicemente quello che voglio da chi è in grado di darmelo...
    Ma quella volta la pianificazione non era stata perfetta, l’imprevisto, l’imponderabile ci aveva messo lo zampino e il piano aveva dovuto subire delle modifiche.
    Ed erano morti entrambi.
    Non mi piace uccidere.
    Ma se è necessario, so quello che devo fare.
    Necessario come adesso.
    Conosco la squadra. I loro nomi, il modo in cui lavorano. La loro reputazione.
    Ho letto di loro. E si stanno avvicinando.
    Troppo.
    Ecco perché non amo gli imprevisti, si trascinano dietro conseguenze inaspettate. Come questa.
    E loro adesso sono sulle mie tracce ed hanno la capacità ed i mezzi per rintracciarmi.
    E questo non posso permetterlo.
    La dottoressa Temperance Brennan deve essere fermata. Tagli la testa del serpente ed il serpente smette di vivere.
    Ho pianificato tutto in dettaglio. Ho studiato le sue abitudini i suoi orari... ora posso colpire. Ora so quando fermarla senza che quel suo agente dell’FBI le stia attaccato alle costole.
    È lui quello di cui preoccuparsi, quello da tenere a distanza.
    Tutto pianificato quindi... e di nuovo tutto da rifare.
    Di nuovo l’imprevisto.
    Jack Hodgins non avrebbe dovuto trovarsi in quel garage.
    Ma ormai so come porre rimedio anche all’imponderabile. Li ho presi entrambi.
    E questa volta le cose sono girate a mio favore.
    So del miliardario che gioca a fare l’entomologo. Quello che finge di essere come tutti gli altri e che la mattina si sveglia in una magione. So del Cantilever Group. Ed è una buona cosa che io sappia, perché posso ottenere quello che voglio e Jack Hodgins può darmi molto.
    Seguo da vicino le mosse della squadra. Dopotutto il serpente, privato della testa, ha continuato a vivere. E ad avvicinarsi inesorabile.
    La rabbia dell’agente era calcolata, l’avevo messa in conto, ma non pensavo l’avrebbe reso tanto determinato. La vuole trovare, ad ogni costo, e non molla la presa, sprona il resto del gruppo a fare meglio, a fare di più... si vede che è nato per essere un leader.
    Sento quello stupido messaggio alla televisione, mi chiedono tempo.
    Come se io potessi controllarlo.
    Il tempo non può essere controllato da nessuno, scorre, che tu lo voglia o meno.
    Ed ogni minuto che passa l’ossigeno in quella macchina si esaurisce.
    Devo solo aspettare.
    Come sempre.
    La missione si compie da sé. Io non posso più fare nulla. Tranne aspettare.
    Come loro.
    Sapevo che erano un’ottima squadra, ma non mi aspettavo che arrivassero a tanto.
    Non pensavo avrebbero capito.
    Mentre lo guardo correre giù per la cava, attratto da quell’inaspettato sbuffo di terra, ancora non riesco a credere che il mio piano non proceda come l’avevo studiato.
    Anche gli altri adesso lo seguono.
    Non fosse per la rabbia che sento dentro, potrei quasi ammirare l’immagine nel suo insieme, la mano della dottoressa che fuoriesce dalla terra. Lo scavare convulso dell’agente e poi la confusione: le macchine, le persone ed il sollievo. Il loro sollievo.
    Sono salvi.
    È finita, la partita è persa.
    La partita.
    Non la guerra.
    Sono il Gravedigger.
    E io vi vedo.

    Edited by omelette73 - 17/8/2009, 10:08
     
    .
  4. omelette73
        Like  
     
    .

    User deleted


    Autore: Kew08
    Titolo: La collina dei ciliegi
    Pairing: B&B
    Rating: Per tutti
    Summary: Presto non ci sarebbe stato più niente contro cui lottare, lo sentiva. Presto ci sarebbe stato solo amore.
    Disclaimer: I personaggi citati in questa fanfiction non mi appartengono, ho solo preso liberamente spunto dalla serie "Bones" di proprietà della FOX.

    La collina dei ciliegi

    Sgommando rumorosamente sull’asfalto, Seeley Booth si immise sulla strada e colpì con nervosismo il volante, facendo tintinnare più volte le chiavi appese poco più giù.
    Era arrabbiato.
    Arrabbiato da morire.
    Con se stesso. Perché era principalmente colpa sua se adesso si trovava in quella situazione.
    Se si era ritrovato a negarsi ciò che più desiderava.
    Dopo essere uscito con Bones dalla chiesa ed essere salito in macchina insieme a lei per riportarla a casa si era reso conto di non avere alcuna voglia di lasciarla sola e aveva cambiato totalmente tragitto, attirando verso di sé lo sguardo stupito e curioso di lei.
    “Dove stiamo andando?”, gli aveva chiesto, con un sorrisino.
    Lui si era limitato a restituirle il sorriso, mantenendosi misterioso.
    C’era voluto un po’ prima di arrivare a destinazione. Lungo la strada aveva sentito spesso gli occhi di lei su di sé e aveva sperimentato una sensazione di pura felicità.
    Dopo la paura di poterla perdere, il sollievo per averla ritrovata, la gratitudine verso quel suo Dio che li aveva salvati tutti, in lui c’era spazio solo per la felicità di averla ancora accanto.
    Le avrebbe detto che stava per scoppiare per quanto era felice, se solo non si fosse vergognato come un ladro e se solo non fosse stato sicuro che lei avrebbe minimizzato tutto con una delle sue solite osservazioni.
    Scoppiare dalla felicità è scientificamente impossibile, Booth”.
    La adorava, letteralmente.
    Ma quanto lo metteva in crisi!
    E forse era proprio quello uno dei molti motivi per cui l’adorava.
    Aveva cominciato a picchiettargli sul braccio e sulla spalla, impaziente di capire dove la stesse portando.
    Intanto attorno a loro il verde aumentava progressivamente, segno che erano sempre più vicini alla meta.
    Parcheggiando, dopo un po’, sul ciglio della strada, Booth era sceso per primo dalla macchina, seguito da lei.
    Avevano camminato poco, per poi ritrovarsi in un grande spiazzo collinare pieno di ciliegi.
    Il panorama, da lassù, era stupendo e il vento soffiava mite e tiepido.
    Bones si era guardata attorno, aveva respirato quell’aria profumata e poi si era voltata verso di lui.
    Booth aveva letto nei suoi occhi la consapevolezza del perché avesse voluto portarla lì.
    Per quel magnifico senso di libertà.
    Libertà.
    Mai come quel giorno Bones aveva chiaro il senso di quella parola.
    Mai come quel giorno aveva chiaro quanto fosse vitale essere liberi.
    Lo aveva guardato con gratitudine e con un sorriso si era seduta sull’erba, tirando profondi respiri, offrendo il viso al sole.
    Quando, subito dopo, Booth si era seduto al suo fianco, aveva appoggiato la testa sulla sua spalla, accogliendo con piacere il peso del suo braccio attorno alle spalle.
    Erano rimasti così per diverso tempo
    Quando il sole era calato si erano rimessi in viaggio per tornare in città. L’aveva portata a casa ed era salito anche lui a bere una birra.
    Il tempo era volato e si erano ritrovati a parlare di quella assurda giornata, di quella corsa contro il tempo e contro la paura, di Dio, della pessima qualità della birra, di mille altri argomenti, stupidi o importanti che fossero.
    Poi era successo.
    Se gli avessero chiesto come fosse arrivato a pochi centimetri dalle labbra di lei davvero non avrebbe saputo cosa rispondere.
    Sentiva i loro respiri mischiarsi, guardava quegli occhi chiari sgranati, incerti, voleva solo prenderla tra le braccia e baciarla fino a dimenticare tutto.
    Tutto.
    Ad esempio, l’essere stato così idiota da iniziare una relazione con un’altra donna pur sapendo di essere follemente, totalmente innamorato di Bones.
    C’era un’altra donna, sì.
    Una donna che non meritava di essere tradita, una donna a cui doveva onestà.
    Si era alzato di scatto dal divano ed era quasi scappato, farfugliando qualche stupida scusa poco verosimile.
    Aveva ancora marchiato nella mente il ricordo degli occhi delusi e sperduti di lei.
    Doveva averlo preso per un cretino.
    Lei non sapeva ancora di Cam. Lui non gliel’aveva voluto dire.
    Aveva troppa paura che qualcosa tra di loro cambiasse per colpa di quella relazione.
    Una relazione alla quale doveva porre fine.
    Per il suo bene, per il bene di Cam.
    Onestà.
    Rispetto.
    Erano parte di lui, non poteva dimenticarlo, anche se tutto, in quel momento, lo spingeva a farlo.
    Prima avrebbe dovuto parlare con Cam, con sincerità.
    Intanto, però, riusciva solo a pensare agli occhi di Bones, a come lo avevano guardato poco prima che se ne andasse da casa sua.
    C’era delusione in quegli occhi, sì.
    Confusione, anche.
    E bisogno.
    Bones aveva bisogno di lui in quel momento.
    Cosa diavolo stava facendo?
    Si diede mille volte dello stupido, lanciò un veloce sguardo allo specchietto retrovisore e si produsse in un’inversione ad U da ritiro immediato della patente.
    Gli ci vollero pochi minuti per tornare davanti alla porta della casa di Bones.
    Si attaccò al campanello suonando incessantemente finché lei non aprì.
    “Sei tornato”.
    “Per abbracciarti, Bones. Solo per abbracciarti”.
    Rimasero stretti tutta la notte, lui che la proteggeva dagli incubi, lottando contro se stesso in quell’ultima battaglia.
    Presto non ci sarebbe stato più niente contro cui lottare, lo sentiva.
    Presto ci sarebbe stato solo amore.

    Edited by omelette73 - 17/8/2009, 10:09
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    Squintern

    Group
    BoNeS FF writers
    Posts
    1,138
    Reputation
    +5
    Location
    Catania - Sicilia

    Status
    Offline
    molto belle, difficile decidere.
     
    .
  6. omelette73
        Like  
     
    .

    User deleted


    Come sempre complimenti a tutte e grazie alle autrici che partecipano!
     
    .
  7. mary1983
        Like  
     
    .

    User deleted


    tutte molto belle, difficile scegliere!!!
     
    .
  8. lotus in dream1927
        Like  
     
    .

    User deleted


    Grazie alle autrici: il vostro impegno è sempre much appreciated! :)
     
    .
  9. martina047
        Like  
     
    .

    User deleted


    E ora come si fa a votare ????? sono tutte veramente belle. Ho trovato !! con il cuore vi voto tutte, con la mente una sola... :)
     
    .
  10. Chemistry
        Like  
     
    .

    User deleted


    Una più bella dell'altra! Complimenti autrici, riuscite a metterci in difficoltà ogni settimana! :)
     
    .
9 replies since 10/8/2009, 07:33   573 views
  Share  
.