BST Round 10: 2x12

Gli enigmi

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  1. Kew08
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    Titolo: Parker e lo strano caso della maionese
    Personaggi: B&B, Parker
    Rating: per tutti
    Frase simbolica: La mano del padre si era mossa istintivamente verso la bocca di Temperance e con il pollice sfiorò le sue labbra per togliere la piccola traccia di salsa.
    Disclaimer: “Bones” ed i personaggi citati in questa fan fiction non mi appartengono assolutamente. E nemmeno David Boreanaz, purtroppo.


    Il piccolo Parker aveva trascorso quel caldo pomeriggio con il papà Seeley Booth, il suo eroe in assoluto, in un parchetto situato leggermente fuori dalla città.

    Parker aveva capito che qualcosa era successo al padre, il quale si era rivelato particolarmente agitato nei precedenti giorni nei suoi confronti. Il suo errore sembrava fosse stato accettare un gelato da un estraneo, che a prima vista appariva come un brav’uomo.
    E, nonostante fossero passati alcuni giorni da quel momento, Booth era molto nervoso nei suoi confronti.

    Già da qualche minuto stava girando su una giostra che aveva sempre trovato noiosa e, deciso a chiamare il papà in suo aiuto, si girò verso la panchina dove era sicuro di trovarlo.

    Un sorriso enorme si dipinse sul suo visino.

    Seeley non era più solo, al suo fianco c’era la dottoressa Bones, e Parker si sentì improvvisamente molto più felice.

    Il bambino vide i due adulti parlare per un po’ seriamente, per poi alzarsi con espressioni più rilassate ed avvicinarsi a lui.

    - Ehi campione, hai voglia di un hamburger?

    - Certo papà!

    - Forza, andiamo allora!

    Prendendo per mano il padre, i tre si allontanarono in direzione dell’uscita del parco.

    - Dottoressa Bones, vieni anche tu con noi?

    I due partner si sorrisero quando sentirono l’appellativo appena usato dal piccolo Booth.

    - E’ stata una mia idea in effetti. Hai trascorso una bella giornata con il tuo papà?

    Mentre era tutto preso dal suo discorso, Parker credé più di una volta che gli adulti non fossero attenti a quello di cui stava parlando. Sembravano molto più interessanti a scambiarsi sorrisi e sguardi che lui aveva visto solo tra la madre e i suoi vari fidanzati.

    Davvero strane le persone grandi, fu il suo unico pensiero.

    Quando erano ormai nei pressi del Diner, Parker prese a correre verso l’entrata del locale seguito immediatamente da Booth e Brennan.

    La cameriera si avvicinò appena presero posto al loro tavolo preferito, quello al centro del locale accanto alla finestra.

    - Cosa vi porto, il solito?

    I due partner sorrisero in direzione della donna.

    Dopo aver scambiato un’occhiata con l’antropologa, Parker vide il padre girarsi verso la cameriera.

    - Certo… E aggiunga una porzione extra di patatine e un hamburger piccolo.

    Pochi minuti dopo erano tutti e tre immersi nei loro piatti, con il solo Parker che trovava anche la forza di parlare. Ma ad un certo punto si interruppe, avendo nuovamente la sensazione di non avere la piena attenzione degli adulti.

    Le loro mani si erano sfiorate inavvertitamente ed entrambi avevano alzato lo sguardo finchè i loro occhi non si erano incrociati.

    - Bones hai…

    - Cosa?

    - Della maionese… Qui…

    La mano del padre si era mossa istintivamente verso la bocca di Temperance e con il pollice sfiorò le sue labbra per togliere la piccola traccia di salsa.

    I loro visi erano vicini… Troppo vicini…

    - Papà? Me ne devo andare?

    Improvvisamente sembrò che Booth ricordasse come respirare e si voltò non molto convinto verso il figlio.

    - Cosa piccolo?

    - La mamma vuole sempre che me ne vada quando si bacia con il suo fidanzato.-

    Al tono innocente di Parker risposero le risate nervose dei due colleghi.

    - Ma no Parker, io e Bones siamo solo partner, lo sai!

    - Ah, allora rimango qui! E prima dicevo che all’improvviso Kevin mi ha passato la palla e allora io ho tirato…

    Forse il suo papà e la dottoressa non erano mai stati così poco attenti al suo racconto, ognuno molto concentrato a fissare il suo piatto nascondendo un sorriso.

    Non molto tempo dopo, mentre il buio iniziava a calare su Washington, un SUV nero ne attraversava le strade fortunatamente poco trafficate.

    Il silenzio nell’abitacolo era quasi irreale, ma Booth si sentiva particolarmente rilassato.

    Nello specchietto retrovisore poteva ammirare una scena che mai nella sua vita avrebbe creduto possibile.

    Parker aveva insistito che la dottoressa Bones si sedesse accanto a lui sul sedile posteriore e, nonostante Booth avesse detto di non dare fastidio a Brennan, la donna gli aveva spedito un’occhiataccia prima di dire: - Se è questo che vuole, perché non dovremmo accontentarlo?

    Ed ora il suo bambino si ritrovava con la sua testa riccioluta appoggiata sulle gambe della sua partner, mentre lei gli accarezzava distrattamente i capelli, lo sguardo perso fuori da finestrino.

    L’unico sottofondo a quel breve viaggio era il respiro di Parker che sembrava essersi addormentato.

    Mai come in quel momento Seeley Booth fu dispiaciuto di dover parcheggiare davanti a casa di Temperance. L’antropologa sembrò come risvegliarsi quando la macchina si fermò.

    Con la delicatezza che le era imposta dal suo lavoro, adagiò Parker nel punto da dove si era appena alzata e sorrise nel vedere il bambino rigirarsi per trovare una posizione più comoda.

    - Bones?

    Mentre era intenta a chiudere la portiera, Brennan vide Booth sporto sopra il proprio sedile, con il busto girato verso di lei, un espressione di pura felicità che dalle sue labbra raggiungeva anche i suoi occhi.

    - Grazie della serata e… Adoro la maionese.

    Temperance fisso l’agente per qualche istante con un espressione confusa. Poi chiuse piano lo sportello dell’auto, sorridendo al suo collega prima di allontanarsi verso il suo appartamento.

    - Papà?

    - Parker! Ti sei svegliato?

    - A te la maionese non è mai piaciuta.

    - Dipende su cosa la metti, campione.

     
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7 replies since 17/8/2009, 08:59   559 views
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