BST Round 10: 2x12

Gli enigmi

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  1. omelette73
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    Autore:
    Titolo: Through the barricades
    Pairing: B&B
    Rating: Per tutti
    Summary: Essere coraggiosi non significa non avere paura ma saperla vincere.
    Disclaimer: I personaggi citati in questa fanfiction non mi appartengono, ho solo preso liberamente spunto dalla serie "Bones" di proprietà della FOX.

    Through the barricades

    È sabato mattina, è una bella giornata di sole.
    Ero sicura di trovarti al parco giochi.
    Eccoti lì, con tuo figlio.
    Da buon padre cerchi di curare le sue paure, lo sostieni, gli instilli il coraggio che ti contraddistingue.
    Sai che crescerà e che dopo la paura di salire su una giostra che gli ricorda l’angosciato rimprovero di suo padre, il suo sguardo duro e terrorizzato, dovrà affrontare altre paure, altre difficoltà.
    Spesso, in quei momenti, ti avrà al suo fianco.
    Altre volte sarà solo.
    Vorrà esserlo, per diventare uomo.
    Ricordi, Booth?
    Lo diceva anche John Wayne, in Ombre Rosse.
    Ascolta, cowboy, avere coraggio significa avere tanta paura da farsela sotto ma salire comunque in sella.
    Essere coraggiosi non significa non avere paura ma saperla vincere.
    E tu, Booth, hai paura?
    Io sì.
    Io tanta.
    E sto cercando di mettere insieme il coraggio di salire in sella comunque.
    Mi vieni incontro e mi saluti con un debole sorriso.
    “Ciao. Come sapevi che ero qui?”.
    “E’ sabato mattina. Come sta Parker?”.
    “Temo di averlo spaventato l'altro giorno. E' davvero terrorizzato da questo posto. Devo rimediare”.
    Lo dici in modo deciso, intanto eviti il mio sguardo e ti siedi su una delle panchine del parco.
    “E' proprio da te. Rimediare alle cose”.
    Mi siedo accanto a te e mi viene da sospirare.
    “Cam verrà dimessa oggi dall'ospedale?”.
    “Si”.
    Sei sulle spine, muovi ritmicamente le gambe come fai sempre quando sei molto nervoso.
    “Che c’è?”, ti chiedo.
    “Quello che è accaduto a Cam è accaduto perché avevamo una relazione”.
    “Avevate?”.
    È giusto che io provi questo sollievo in una situazione simile?
    Non lo so e non faccio in tempo a riflettere su questa cosa perché tu continui a parlare.
    “Già. Le persone che lavorano in situazioni ad alto rischio, non possono lasciarsi coinvolgere sentimentalmente perché porta... a cose come quelle che sono successe”.
    “Situazioni ad alto rischio”, ripeto, e forse tu lo prendi come un incoraggiamento a continuare il tuo discorso.
    Pensi che io ti stia seguendo.
    “Ogni giorno, è con noi. C'è questa linea che non dobbiamo oltrepassare, capisci cosa intendo?”.
    “No”.
    Ecco, è arrivato il momento di montare in sella.
    Ho paura.
    Ma è questo il coraggio.
    Per un attimo rimani sorpreso, forse ti chiedi se hai sentito bene o se, magari, non ho afferrato bene il senso del tuo discorso.
    Decido di toglierti ogni dubbio.
    “No, non capisco, Booth. Non avrai il mio appoggio. Sai benissimo di stare dicendo delle cose senza senso”.
    Apri la bocca per replicare ma io ti precedo.
    “Hai paura, Booth?”.
    Rimani immobile per qualche istante, poi rilassi la schiena contro le doghe della panchina.
    “Sì”, ammetti, con un sospiro quasi inudibile.
    “Anch’io”.
    Poggio la mia mano sul tuo ginocchio, in un gesto di conforto.
    Metti la tua mano a coprire la mia, in una calda carezza.
    I nostri occhi si incontrano, in silenzio ci diciamo che possiamo avere paura insieme e, sempre insieme, farci coraggio.
    In sottofondo sentiamo il jingle della giostra.
    Ci voltiamo e Parker ci saluta.
    Sabato mattina.
    Una bella giornata di sole.
    Il giorno giusto per attraversare le barricate.
     
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7 replies since 17/8/2009, 08:59   559 views
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