BST Round 12: 3×01 e 3×08

Un collega insostituibile e I Cavalieri di Colombo

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  1. omelette73
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    Autore: Kew08
    Titolo: Prendi una matita
    Pairing: B&B
    Rating: Per tutti
    Summary: Prendi una matita e disegna un lago azzurro, buttaci i pensieri, tutti i dispiaceri e sorridi al mondo intero...
    Disclaimer: I personaggi citati in questa fanfiction non mi appartengono, ho solo preso liberamente spunto dalla serie "Bones" di proprietà della FOX. Il verso della canzone che fa da summary alla oneshot è tratto dalla canzone “Prendi una matita” di Mina.

    Prendi una matita

    Seminascosto dalle veneziane della stanza d’ospedale occupata dalla piccola Hayley, Booth guardava da diversi minuti Bones e la bambina, intente nella lettura di una favola, sdraiate vicine sul letto, la testa di Hayley poggiata sulla spalla di Bones.
    La voce di lei gli giungeva sottile e dolce come non l’aveva forse mai sentita ed era un balsamo per il suo cuore.
    La tensione e la preoccupazione accumulati in quei giorni e la rabbia per quella corsa che sembrava non arrivare mai al traguardo cominciavano a pesargli enormemente.
    Aveva pensato di andare al poligono per scaricarsi un po’, per sfogare su qualche sagoma di cartone tutto l’odio violento che sentiva dentro.
    Mentre guidava, però, qualcosa gli aveva suggerito che avrebbe potuto trovare la cura per quella morsa che sentiva allo stomaco solo negli occhi della persona che, giorno dopo giorno, stava diventando per lui sempre più importante, quella che sapeva curare tutte le sue ferite senza neanche rendersene conto.
    Aveva rivissuto decine di volte con la mente il bacio che gli aveva dato sulla guancia e ancora, se solo ci pensava, sentiva bruciare la pelle nel punto in cui si erano posate le sue labbra.
    Spesso pensava che quella donna aveva il potere di farlo regredire alla sua adolescenza.
    E quella sera aveva proprio bisogno di sentirsi come un adolescente…
    Era arrivato sotto casa sua e le aveva citofonato, senza ottenere nessuna risposta.
    Se fosse stata un’altra serata probabilmente se ne sarebbe tornato a casa un po’ deluso.
    Quella sera non sapeva rinunciare, troppa era la voglia, troppo il bisogno di vederla.
    Aveva preso il cellulare in mano e l’aveva chiamata, sospirando nel sentire il messaggio della segreteria.
    Si era appoggiato un attimo al SUV.
    Bones lasciava raramente il telefono spento.
    E altrettanto raramente lasciava intenzionalmente vedere agli altri che persona splendida e sensibile fosse.
    Gli era bastata quella riflessione per capire dove potesse essere.
    L’ospedale, a quell’ora, era immerso nel silenzio, i suoi passi risuonavano nel corridoio.
    Avvicinandosi alla stanza di Hayley aveva visto le luci che arrivavano dall’interno, piuttosto basse.
    Poi aveva sentito la voce di Bones, si era appoggiato a metà tra la parete e le veneziane e aveva capito che stava leggendo una favola alla piccola.
    Mentre l’ascoltava leggere e la vedeva sul letto, vicino alla bambina, aveva capito di aver fatto bene a cercarla.
    Con quella scena tenera davanti agli occhi poteva davvero credere, anche solo per poco, che le brutture del modo e la cattiveria della gente non esistessero.
    Che esistessero solo persone capaci di raccontare favole a chi ne ha più bisogno.
    Ben presto la stanchezza aveva avuto la meglio sulla piccola Hayley che era scivolata nel sonno e aveva reclinato la testa sul cuscino.
    Bones si era alzata dal letto, attenta a muoversi piano, ed era uscita dalla stanza, prendendo la direzione opposta a quella in cui si trovava Booth ma fermandosi, dopo pochi passi, quando lui la chiamò.
    “Booth… stavo andando a prendere un caffè… ”.
    Lui sorrise e mostrò i due bicchieri che aveva in mano, porgendogliene uno.
    Si spostarono un po’, per sedersi a bere il caffè, stando in silenzio.
    Poi lei infilò una mano nella giacca e spiegò il disegno che Hayley aveva fatto per lei, facendolo vedere a Booth.
    “E’ molto bello”.
    Lei annuì e ripiegò il foglio, continuandolo ad accarezzarlo inconsapevolmente con il pollice.
    Lui le sorrise e poi appoggiò la testa sul muro.
    “Se questo è l’effetto, comincerò anch’io a disegnare per te… e ad ogni disegno tu mi racconterai una favola”.
    “Sai disegnare?”.
    “L’avanguardia potrebbe considerare i miei sgorbi vere opere d’arte”.
    Lei si mise a ridere e lui le passò un braccio attorno alle spalle, avvicinandosi per posarle un bacio sulla guancia.
    Quando lei lo guardò, interrogativamente, lui disse semplicemente: “Grazie, Bones”.
    Se qualcuno avesse disegnato quella scena, sul foglio avrebbe tracciato due semplici, scomode poltrone di plastica in una corsia d’ospedale e un uomo e una donna seduti vicini, senza contorni a separarli.
    Avrebbe scelto colori chiari e delicati e forse sarebbe riuscito a rendere, anche solo in minima parte, la serenità che entrambi stavano provando in quel momento.

    Edited by omelette73 - 7/9/2009, 11:30
     
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  2. Cris.Tag
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    Autore: Allanon9
    Titolo : Incredible woman
    Pairings : B&B
    Rating : Per tutti
    Frase simbolica : Forse dovresti mettere una cravatta più sgargiante
    Disclaimer: Bones non mi appartiene.





    Gormogon.
    Chi diavolo era questo pazzo che andava in giro a mangiare la gente come se la città fosse un ristorante?
    Booth era appena uscito dal poligono di tiro, il viso gli doleva per le ferite riportate durante l’esplosione del taxi, ma quello che più l’aveva turbato era stata la freddezza con la quale Gormogon aveva gettato quel bimbo in acqua, senza curarsi se sapesse nuotare o meno, anzi l’aveva tenuto sotto apposta.
    Rabbrividì e salì in auto. Bones lo aspettava all’uscita dell’ospedale dove la piccola Hayley era ricoverata.
    Ecco un'altra cosa che gli provocava dei brividi al solo pensarci: il bacio sulla guancia che lei gli aveva dato sulla porta della stanza della bambina, quando aveva lasciato che Russ la vedesse.
    “Ciao.” Lo salutò Brennan salendo sul Suv.
    “Ciao Bones, tutto a posto?”
    “Sì, ho letto una favola ad Hayley e ora lei dorme. La dimetteranno presto. Grazie ancora per Russ, Booth.”
    Gli occhi di Brennan brillavano mentre si fissavano nei suoi.
    “Non ho fatto niente, te l’ho già detto.” Si schernì lui, immettendosi nel traffico.
    “Booth riusciremo a prendere Gormogon? E’ riuscito ad uccidere anche il lobbista.”
    Booth fece una smorfia provocandosi dolore al volto.
    “Spero di sì Bones, è un uomo molto astuto, ma prima o poi tutti commettono degli errori.”
    Rimasero in silenzio per un po’.
    “Ti va un caffè?” gli chiese Brennan stanca del silenzio creatosi.
    “Sì ok.” Rispose lui con un sorriso tirato.
    “Che c’è che non va Booth?”
    Lui la guardò di sfuggita prima di parcheggiare difronte al Diner.
    “Niente Bones, sono solo stanco.”
    Lei annuì poco convinta, in quei tre anni aveva imparato a riconoscere le sfumature, almeno quelle più grossolane, del carattere del suo partner.
    Si sedettero al loro tavolo e ordinarono i caffè.
    “Quel maledetto mi è sfuggito Bones, se lo avessi preso il lobbista sarebbe ancora vivo.”
    Booth la guardò un secondo negli occhi, poi rivolse la sua attenzione a qualcosa fuori del locale.
    “Non è stata colpa tua, chiunque avrebbe scelto di salvare la vita di quel bambino.” Gli rispose lei seria.
    Lui sorrise girandosi a guardarla di nuovo.
    “Lo so Bones, ma ho così tanta rabbia…”
    “Forse dovresti mettere una cravatta più sgargiante allora.” Disse lei bevendo il suo caffè.
    Lui la guardò sorpreso, quindi scoppiò a ridere.
    “Gesù Bones, hai fatto una battuta!”
    Lei posò la sua tazzina con lentezza e con tutta la serietà di questo mondo gli rispose: “Davvero? Non voleva esserlo.”
    Booth continuò a ridere.
    “A me sembrava tale. Comunque grazie Bones, per averci provato.”
    “Non capisco cosa tu voglia dire.” Disse lei alzandosi per andare via.
    Lui la imitò.
    “Sei riuscita a farmi ridere un po’.”
    La voce dolce di Booth la fece voltare verso di lui. Gli sorrise ma non disse nulla.
    Quello era il suo partner, il suo migliore amico e l’uomo che aveva arrestato sia suo padre che suo fratello, ma dentro di sé sentiva un affetto enorme per lui e avrebbe fatto qualunque cosa in suo potere per farlo stare bene.
    “Andiamo Booth si è fatto tardi, domani ci aspetta una giornata campale.” Disse salendo sul Suv.
    “Andiamo allora.”
    Riuscirò un giorno a dirti quanto sei importante per me?
    Si chiese Booth salendo a sua volta sull’auto e mettendo in moto.
    L’incredibile donna che aveva accanto non sembrava capirlo, ma a volte, sempre più spesso, lo sorprendeva con frasi o parole che gli riempivano il cuore.
    Sorrise tra sé e sé, forse il merito era anche un po’ suo per questo enorme cambiamento in atto.
    “Cos’hai da ridacchiare Booth?” gli chiese Brennan.
    “Niente Bones, niente.”
    “Non ci credo…”

    Edited by omelette73 - 7/9/2009, 11:31
     
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    Squintern

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    Peccato solo due.
    E' colpa del caldo e delle vacanze, ne sono certa.
     
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  4. martina047
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    Anche se sono solo due, un grazie alle autrici per averle scritte. ;)
     
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3 replies since 31/8/2009, 08:40   509 views
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