BST Round 13: 3×13

L’uomo nero

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    Autore: Allanon9
    Titolo : A lot of heart
    Pairings : B&B
    Rating : Per tutti, leggermente angst
    Frase simbolica : E pensare che era stato lui, Booth, a suggerirle di usare il cuore e non il cervello...
    Desclamair: Bones non mi appartiene.


    Il pomeriggio volse nella sera, era quasi primavera e Washington scintillava di luci.
    Temperance Brennan e il suo collega Seeley Booth stavano seduti silenziosi nel Suv di lui.
    La donna guardò il suo compagno negli occhi scuri, vellutati e sentì crescere dentro di sé una sensazione di benessere che raramente aveva provato prima.
    Booth le sorrise, in quel modo fascinoso che solo lui poteva permettersi con lei.
    “Vuoi salire, Booth?” gli chiese senza sapere bene neanche lei il perché.
    Lui sbattè più volte le palpebre confuso.
    “Non mi va di rimanere ancora da sola.” Si lasciò sfuggire mordicchiandosi le labbra.
    “Va bene Bones.” Acconsentì lui.
    Gesù, perché non riesco mai a negarle nulla? Questa donna mi manderà sicuramente al manicomio.
    Pensò l’agente scendendo dall’auto e seguendola nel palazzo.
    Salirono nell’appartamento B12, l’avevano fatto molte volte in quei tre anni, ma Booth sentiva che questa sera era diversa.
    Quel pomeriggio c’era stata la sentenza sull’omicidio del Vice direttore Kirby e il padre di lei era stato assolto, Bones aveva lasciato che alla giuria venisse il dubbio che, magari, poteva essere stata lei e non Max Kennan ad uccidere Kirby. E pensare che era stato lui, Booth, a suggerirle di usare il cuore e non il cervello e guarda cos’aveva combinato.
    Sospirò al ricordo dei suoi occhi imploranti durante la sua deposizione e poi dopo, quando incapace di ascoltare la sentenza seduta in aula, era uscita sulle scale del palazzo di giustizia.
    Lui l’aveva seguita e l’aveva stretta forte a sé intuendone la lotta interiore e lottando a sua volta per non stringerla di più o baciarla magari. Per fortuna era arrivata Angela e poi, di seguito, gli altri.
    Max l’aveva abbracciata e lei l’aveva ricambiato non lasciando mai gli occhi del suo compagno però, incatenandolo a sé con quel suo tacito gesto.
    “Che c’è Booth?” la voce di Brennan lo riportò al presente.
    “Niente pensavo a questo pomeriggio. Sono contento che tutto sia andato come volevi.”
    Lei tornò a torturarsi le labbra.
    “Uhm…anch’io. Hai fame?”
    “No, sono solo stanco.” Le rispose sedendosi sul divano.
    “Neanch’io ho fame.” Si sedette accanto a lui e lo guardò dritto negli occhi.
    “Grazie per avermi retto il gioco Booth, è stato importante per me.”
    Lui sospirò di nuovo.
    “Non sai quanto mi sia costato Bones. Quando ti avevo detto di usare il cuore non intendevo in quel modo. Ad ogni modo il fine giustifica i mezzi, no?” le sorrise rilassando le lunghe gambe.
    “Sì.” Ricambiò il suo sorriso.
    “E’ meglio che vada Bones.” Disse Booth alzandosi.
    “Per favore resta, non lasciarmi sola anche tu.”
    Booth vide una lacrima brillare negli occhi di cielo di Brennan e senti il cuore perdere un battito.
    “Lo sai che non ti abbandonerò mai Bones, te l’ho già detto e poi ora non sei più sola, hai la tua famiglia.”
    Lei annuì inghiottendo le lacrime e lui tornò a sedersi.
    “Vieni qui.” Lei lasciò che Booth avvolgesse le sue braccia intorno al suo corpo e chiuse gli occhi rannicchiandosi contro il suo petto. Il suo cuore era vivo, pulsante, forte.
    Era raro che si lasciasse andare così, ma stasera aveva bisogno della forza e del calore dell’uomo che aveva permesso tutto questo.
    Dal riconoscimento dei resti di sua madre, Booth non si era fermato un attimo nell’aiutarla a mettere ordine in quell’ingarbugliata faccenda, rischiando tutto per lei anche la sua carriera.
    Ed anche se era stato lui ad arrestare Russ e poi Max, l’aveva fatto per lei, perché odiava vederla vivere nella paura di essere ancora abbandonata.
    Il profumo familiare che emanava Booth aveva il potere di calmarla.
    Sospirò piano rendendosi conto dell’irrazionalità di quel pensiero: I profumi non hanno poteri particolari.Senza accorgersene scivolò nel sonno.
    Booth la prese in braccio e la condusse in camera da letto.
    Le tolse le scarpe dopo averla adagiata sulla trapunta rossa e stava per uscire quando lei aprì gli occhi.
    “Rimani Booth.” Gli disse infilandosi ancora vestita sotto la coperta.
    “Sei sicura Bones?” le chiese lui con una voce strana, avanzando piano verso l’altra sponda del letto.
    “Siamo adulti Booth e non è la prima volta che dividiamo lo stesso letto.” Gli rispose Temperance sbadigliando.
    “Ok.” Booth si tolse la giacca e le scarpe, allentò la cravatta e si stese sotto la coperta accanto a lei.
    Il calore del suo corpo lo avvolse come se si stessero abbracciando.
    Booth chiuse gli occhi incapace di sostenere lo sguardo di quelli azzurri di lei, già velati dal sonno.
    “Notte Bones.” Sussurrò tra i suoi capelli.
    Ma Brennan già dormiva con una mano appoggiata sul suo braccio.
    Addormentarsi con lei era quello che sognava da tempo, ma si rendeva conto che adesso lei era troppo vulnerabile e dirle cosa veramente sentiva dentro era un approfittarsi della situazione.
    Booth si addormentò ripetendosi che presto gliel’avrebbe detto, si presto gliel’avrebbe detto che l’amava.

    Edited by omelette73 - 21/9/2009, 08:51
     
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3 replies since 7/9/2009, 08:24   752 views
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