BST Round 3: 1x11

Rapimento e riscatti

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    Autore: Kew08
    Titolo: Passeggiando in bicicletta…
    Pairing: B&B
    Rating: Per tutti
    Summary: Lungo i viali silenziosi accanto a te, con quegli occhi allegri e accesi d'entusiasmo ragazzino… io mi sto sempre più innamorando…
    DISCLAIMER: I personaggi citati in questa fanfiction non mi appartengono, ho solo preso liberamente spunto dalla serie "Bones" di proprietà della FOX. Mi sono ispirata alla canzone “In bicicletta” di Riccardo Cocciante, prendendone in prestito alcuni versi.

    Passeggiando in bicicletta…

    Uscendo dall’ascensore e dirigendosi verso il portone, Bones continuava a chiedersi cosa ci facesse Booth davanti casa sua, di domenica mattina.
    Le aveva citofonato e, quando gli aveva chiesto come mai fosse lì, le aveva semplicemente chiesto di scendere giù.
    Lei gli aveva risposto che non le piacevano le sorprese e lui, con tono tranquillo e divertito, aveva minacciato di rimanere lì tutto il giorno e di cominciare anche ad ululare al sorgere della luna.
    Ne sarebbe stato capace?
    Qualcosa le diceva di sì.

    Gli aveva detto che stava scendendo e aveva rimesso a posto il citofono.
    Prima di uscire si era guardata allo specchio per un secondo.
    Era senza trucco e i capelli, durante il sonno, avevano assunto una strana piega.
    Aveva fatto una smorfia e resistito all’impulso di farsi una linguaccia.
    Magari l’avrebbe fatta all’Agente Speciale Seeley Booth, se si fosse azzardato a fare qualche battuta sul suo aspetto… o forse l’avrebbe atterrato con una mossa di kung fu… o un calcio dove più gli avrebbe fatto male.
    In quel caso avrebbe davvero ululato… e non alla luna.
    Sorrise al pensiero e premette il pulsante di chiamata dell’ascensore che arrivò subito al piano.
    Circa un minuto dopo era davanti a Booth, che l’aspettava appoggiato al suo SUV, con indosso una tuta nera e grigia e delle scarpe da ginnastica bianche.
    “Sto andando al parco a fare un giro in bicicletta”.
    “Mi fa piacere per te”.
    “Anche a me fa piacere per te”, rispose lui, sogghignando.
    Lei strinse un po’ gli occhi: “Perchè?”.
    “Perché tu vieni con me”.
    “Non ci penso proprio”, rispose lei con una secca risata.
    “Bones, ma se mi hai detto tu stessa che andare in bicicletta ha un significato antropologico, che ha a che fare con una gamma di prassi e costumi culturali…”.
    “Io parlavo dell’imparare ad andare in bicicletta, non dell’andare in bicicletta, non far finta di non cogliere la differenza”.
    Lui non rispose, le fece solo un sorriso che avrebbe convinto uno scimpanzé a farsi fare la ceretta all’inguine.
    “Non ho una bicicletta”, disse lei, quasi giustificandosi.
    Lui, col pollice, attirò l’attenzione sul tettuccio del SUV: “Una da uomo, una da donna. Quella da donna ha il sellino rosa”.
    “Potrei rifiutarmi di venire anche solo per questo”.
    “Che dici, allora? Metti una tuta?”.
    “D’accordo. Torno subito”, si arrese lei, rientrando nel palazzo per andare a cambiarsi.
    Raggiunsero il parco con il SUV e, dopo avere parcheggiato, Booth slegò le biciclette e le mise a terra.
    Il sellino della bici di Bones era, in effetti, rosa shocking.
    Lei si consolò guardando il sellino di quella di lui, di un leopardato che sarebbe sembrato trucido anche a un cantante rock gay degli anni Ottanta.
    Bones, mentre saliva sulla sua bici, lo guardò molto perplessa, spostando lo sguardo dal sellino a lui, da lui al sellino.
    “Che ci posso fare? Il tizio del noleggio deve essere un po’ particolare…”, si giustificò lui.
    Salì anche lui sulla bici e insieme cominciarono a percorrere la pista ciclabile attorno al parco.
    Mantennero prima un ritmo lento, godendosi il vento fresco sul viso, in un silenzio rilassato.
    Poi Bones scattò in avanti con un paio di pedalate veloci e rallentò un attimo voltandosi verso di lui per lanciargli una sfida: “Vediamo chi arriva per primo a quella quercia!”, ripartendo subito a tutta velocità.
    Lui, ovviamente, raccolse il guanto e cominciò a pedalare di gran carriera.
    Mentre correvano ridevano come pazzi, il che, combinato alla corsa, li lasciò completamente senza fiato.
    Booth riuscì a toccare per primo la quercia con la mano e, zigzagando, raggiunse la parte interna del parco, scendendo stancamente dalla bici e lasciandosi cadere sull’erba, braccia e gambe spalancate, gli occhi chiusi per non guardare direttamente il sole.
    Lei lo imitò, lasciando la bici per terra, accanto a quella di lui, sdraiandosi al suo fianco e godendosi il tepore del sole mentre riprendeva fiato.
    Rimasero così per diversi minuti.
    Booth si stava godendo quel momento di totale serenità e benessere, svuotando la mente da ogni pensiero.
    Aprì gli occhi all’improvviso, sentendo un respiro caldo sul volto.
    Lasciandolo letteralmente senza parole, Bones gli sfiorò il naso con il proprio, poi si allontanò leggermente e gli sorrise: “Gli Inuit e i membri di alcune tribù del Pacifico si annusano per stordirsi con l’odore del partner”.
    Stordirsi con l’odore del partner?
    Sicuramente lui si sentiva stordito.

    Rimase immobile, ogni attività, fisica e mentale, decisamente in stand by.
    “Sto invadendo il tuo spazio vitale… pensavo ti desse fastidio”, disse lei, con un tono da dolce presa in giro.
    “Eh?”, chiese lui, ancora sconnesso.
    “L’altro giorno hai detto a Zach di stare fuori dal tuo spazio vitale”.
    Stava davvero mettendo sullo stesso piano se stessa e Zach Addy?
    Quella donna era pazza.
    Decisamente.

    Le passò una mano fra i capelli, attirandola verso di sé per baciarla.
    Si baciarono a lungo e lentamente, dimenticandosi degli Inuit, delle tribù del Pacifico, di ogni altra cosa nel mondo. Persino del tempo. Persino dello spazio.
    Ancora con la bocca sulla sua, lui sussurrò: “C’è invasione e invasione”.
    Pur persa nel piacere di quel contatto lei non poté fare a meno di dar voce alla parte più assurda della sua natura: “Questo che fai è un distinguo di tipo oggettivo o di tipo soggettivo?”.
    Era già tempo di baciarla di nuovo, pensò Seeley Booth e, spostandosi su un fianco, si chinò nuovamente verso di lei.
    Invadendo il suo spazio vitale.

    Il futuro è nato stamattina…

    Edited by omelette73 - 10/7/2009, 14:09
     
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6 replies since 29/6/2009, 08:46   602 views
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